Rebus Primavera (Parte 2)
Il punto della situazione
Riprendiamo ad analizzare i possibili motivi per i quali la Primavera nerazzurra, reduce da un avvio decisamente negativo, si trova attualmente al quindicesimo posto in classifica (dunque zona playout, a rischio retrocessione). Dopo 14 partite disputate, la media è di un punto a partita: soltanto 4 vittorie, 2 pareggi e ben 8 sconfitte. È lecito chiedersi perché una squadra come la Dea, abituata a giocarsi il titolo o quantomeno i playoff, in questo momento versi in queste condizioni. Ieri abbiamo parlato di quanto stia influendo la mancanza di fuoriclasse assoluti in grado di determinare le partite a proprio favore. Inoltre, abbiamo sottolineato come l'assenza quasi totale di gioco penalizzi parecchio una rosa che, almeno sulla carta, non è assolutamente da retrocessione.
Il carattere c'è, ma va tirato fuori
Una rosa che non eccelle particolarmente per le qualità dei singoli può fare del gruppo la sua forza vincente. Così hanno vinto contro di noi il Cagliari e il Frosinone, per citare due esempi recenti: squadre dal livello tecnico modesto che hanno ottenuto due importanti vittorie con carattere. La squadra, probabilmente anche per la mancanza di idee di gioco e l'assenza di soluzioni, spesso non è riuscita a tirare fuori l'atteggiamento necessario per affrontare determinate situazioni (soprattutto quando viene recuperata). Non è un caso che, ad eccezion fatta per la partita con la Fiorentina (decisa peraltro dalle giocate dei singoli e con un Vorlicky in formissima), la squadra non sia mai riuscita a rimontare un match da situazione di svantaggio. Quello che traspare è che il mister abbia le idee poco chiare: i continui cambi di modulo e degli interpreti non hanno portato soluzioni in grado di valorizzare gli elementi a sua disposizione. Urge un cambio di rotta, perché la squadra raramente riesce a costruire azioni ed è in difficoltà quando in possesso.
Aspettando la reazione decisiva
Seppur a tratti, in alcune partite la squadra è riuscita a dimostrare di saper far bene e ha dato prove di carattere importanti; penso alle sfide con Sassuolo, Fiorentina e la sfortunatissima sconfitta con la Juventus in campionato ma anche al recente successo contro il Frosinone in Coppa Italia. Adesso, però, quello che serve è una reazione decisiva che possa vedersi con continuità in più di una gara. Servirà necessariamente fare punti per uscire dalla zona playout e lottare per conquistare la salvezza diretta, dunque non sono ammesse ulteriori prove come l'ultima contro il Frosinone. Servirà una squadra con il giusto atteggiamento, compatta, ma soprattutto con delle nuove idee di gioco. Questi saranno probabilmente gli elementi chiave delle sfide che attendono i giovani neroazzurri, impegnati settimana prossima sul campo difficile di Bologna (attualmente in settima posizione a quota 23 punti in classifica). La speranza è quella di vedere la dea giocare un calcio meglio organizzato, ovviamente con lo spirito giusto.
Riprendiamo ad analizzare i possibili motivi per i quali la Primavera nerazzurra, reduce da un avvio decisamente negativo, si trova attualmente al quindicesimo posto in classifica (dunque zona playout, a rischio retrocessione). Dopo 14 partite disputate, la media è di un punto a partita: soltanto 4 vittorie, 2 pareggi e ben 8 sconfitte. È lecito chiedersi perché una squadra come la Dea, abituata a giocarsi il titolo o quantomeno i playoff, in questo momento versi in queste condizioni. Ieri abbiamo parlato di quanto stia influendo la mancanza di fuoriclasse assoluti in grado di determinare le partite a proprio favore. Inoltre, abbiamo sottolineato come l'assenza quasi totale di gioco penalizzi parecchio una rosa che, almeno sulla carta, non è assolutamente da retrocessione.
Il carattere c'è, ma va tirato fuori
Una rosa che non eccelle particolarmente per le qualità dei singoli può fare del gruppo la sua forza vincente. Così hanno vinto contro di noi il Cagliari e il Frosinone, per citare due esempi recenti: squadre dal livello tecnico modesto che hanno ottenuto due importanti vittorie con carattere. La squadra, probabilmente anche per la mancanza di idee di gioco e l'assenza di soluzioni, spesso non è riuscita a tirare fuori l'atteggiamento necessario per affrontare determinate situazioni (soprattutto quando viene recuperata). Non è un caso che, ad eccezion fatta per la partita con la Fiorentina (decisa peraltro dalle giocate dei singoli e con un Vorlicky in formissima), la squadra non sia mai riuscita a rimontare un match da situazione di svantaggio. Quello che traspare è che il mister abbia le idee poco chiare: i continui cambi di modulo e degli interpreti non hanno portato soluzioni in grado di valorizzare gli elementi a sua disposizione. Urge un cambio di rotta, perché la squadra raramente riesce a costruire azioni ed è in difficoltà quando in possesso.
Aspettando la reazione decisiva
Seppur a tratti, in alcune partite la squadra è riuscita a dimostrare di saper far bene e ha dato prove di carattere importanti; penso alle sfide con Sassuolo, Fiorentina e la sfortunatissima sconfitta con la Juventus in campionato ma anche al recente successo contro il Frosinone in Coppa Italia. Adesso, però, quello che serve è una reazione decisiva che possa vedersi con continuità in più di una gara. Servirà necessariamente fare punti per uscire dalla zona playout e lottare per conquistare la salvezza diretta, dunque non sono ammesse ulteriori prove come l'ultima contro il Frosinone. Servirà una squadra con il giusto atteggiamento, compatta, ma soprattutto con delle nuove idee di gioco. Questi saranno probabilmente gli elementi chiave delle sfide che attendono i giovani neroazzurri, impegnati settimana prossima sul campo difficile di Bologna (attualmente in settima posizione a quota 23 punti in classifica). La speranza è quella di vedere la dea giocare un calcio meglio organizzato, ovviamente con lo spirito giusto.
By Paglia