Che strana estate per noi atalantini.

Sospesi tra i successi del recente passato e l’attesa spasmodica per il futuro.

Amo il futuro perché non si può prevedere, e sto ben lontano da chi si fa leggere la mano, alla ricerca di una certezza che non può esserci.

Cassandra e la maledizione della sua Preveggenza, restano (e meno male) solo mitologia.

Ma in questi giorni di mezza estate l’Atalantino non sa come gestire un momento così storico, sovrastato quasi dall’incredulità di un presente mai vissuto prima.

“Chissà chi avremo nel girone di Champions League? Avremo chances?”

“Chi sarà il vice Ilicic? E per il dopo Mancini?”

“E gli abbonamenti quando saranno disponibili?”

“E per San Siro ci saranno prelazioni?”

“E a Parma le prime gare dove mi siederò? Saranno comprese nell’abbonamento?”

Queste sono solo alcune delle innumerevoli domande che frullano nel capo.

Io resto solo in beata attesa, con la maglia della Dea addosso, e gonfio il petto d’orgoglio.

Felicemente certo solo dell’incertezza.

Cassius Clay disse: “Attendo solo il momento in cui salirò sul ring, e non importa se cadrò”.

E Voi? Pronti a salire sul ring?

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