In Dea fides!

06-09-2018 17:21 18 C.

Come scriviamo in altro articolo, quello che cita la presenza del dischetto del rigore decisivo nel fanshop dei tifosi del Copenhagen (leggi QUI la notizia), sembra passato un secolo dalla nostra eliminazione europea. Eppure accadeva in queste ore, esattamente e solamente, una settimana fa.

A proposito della relativita’ del tempo (e chi meglio di lui poteva parlarne?) Albert Einstein diceva scherzosamente che la lunghezza di un minuto dipende da quale lato della porta tu guardi la serratura chiusa di un bagno.

Settimana scorsa in pochissimi giorni, per non dire ore, la scintillante Dea maramalda all’Olimpico di Roma e persino esagerata nei preliminari europei fin li’ disputati, si è tramutata in una zoppicante sessantenne che ha visto infranti i sogni extraconfine prima e si è vista poi persino schiaffeggiata da una squadra appena discreta come il Cagliari.

E’ fuori di dubbio che il vero colpo psicologico sia stata la sconfitta in Danimarca. Si giocava fuori e contro un avversario che in passato ha spesso calcato i campi della Champions ma la nostra tenuta atletica e la preparazione tattica mostrata sin li’ faceva presagire un passaggio di turno sufficientemente certo e sicuro.

Non è andata e allora giu’ pianti e… porconi da parte nostra. Chi ha perso il sonno, chi la fame, chi tutte e due le cose. Ora, una sola settimana dopo, i sogni di gloria sicuramente ridimensionati e diventati d’improvviso aleatori benche’ in tutti ci sia ancora la convizione di avere in mano una squadra da parte sinistra della classifica e ancora in lotta per l’Europa.

L’ambiente ha dimostrato, non da ora e non c’erano esami da sostenere al riguardo, di essere forte e solidissimo: solo ringraziamenti ad una squadra che si è obbiettivamente impegnata allo spasimo in Danimarca e comprensione per la sconfitta di domenica, umanamente ipotizzabile perche’ anche i calciatori professionisti non sono robot.

In TV forse avremo perso parte di quei tanti appassionati di calcio che si erano avvicinati alla Dea per il grande calcio espresso negli ultimi 2 anni ma riteniamo che i momenti meno belli siano, oltre che inevitabili, necessari e utili per un’ulteriore crescita di squadra ed ambiente.

Non siamo uno degli squadroni metropolitani tradizionali e lo sappiamo bene. Qui nessuno pretende di vincere qualcosa alla fine del campionato cosi’ come nessuno sclera dopo 2 sconfitte di fila.
Ricordiamoci chi siamo e da dove veniamo senza ancorarci pero’ a ritornelli che, ora come ora, risultano un po’ stonati come “innanzitutto la salvezza”, “prima i 40 punti poi vediamo” e via andare.
Le sconfitte, cosi’ come le vittorie, accadono ma poi restano solo sugli Almanacchi, noi abbiamo un leader carismatico in panchina che pochi possono vantare. Seguiamolo e non facciamoci schiacciare dalle battaglie perse. Noi guardiamo all’esito delle guerre e i generali migliori li abbiamo noi, a Zingonia (mister e dirigenti) e sugli spalti del Bortolotti (la matura tifoseria della Dea). Diamo loro fiducia e seguiamoli senza esitazioni!

 

“In ogni cosa, la fiducia che si sa ispirare costituisce la metà del successo. La fiducia che si avverte è l’altra metà.”
(Victor Hugo)

 

(“Fides” vuol dire “fiducia” o “fede” in latino e “fidati” in bergamasco)

 

 

Calep

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By Staff di Atalantini.com


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