Il salernitano Sergio Standoli è stato il traduttore, facilitatore e tuttofare per i calciatori stranieri acquistati dalla società di Iervolino nello scorso mercato di gennaio, punto di riferimento soprattutto per i brasiliani. In estate il centrocampista Ederson gli ha chiesto di seguirlo a Bergamo: per lui, tifoso granata, sarà una partita speciale quella di domenica.
Il calcio gli ha cambiato la vita
“Il mio lavoro è cambiato, non è più come a Salerno. In quel caso ero nello spogliatoio e seguivo la squadra, mentre ora sono più un collaboratore familiare e non seguo il giocatore tutti i giorni. Quando ci vediamo, però, facciamo lunghe chiacchierate: sente la partita con i granata, inevitabilmente. Mi ha detto che in Brasile si parla sempre della “legge dell’ex”, gli ho risposto che il primo gol in maglia nerazzurra non può farlo proprio contro la Salernitana“, racconta Standoli. A cui il calcio ed in particolar modo il cavalluccio marino di cui è tifoso, hanno cambiato la vita. Ancora una volta. “Ero in Brasile da 12 anni ed avevo avuto già la possibilità di lavorare come interprete della Nazionale nel 2013 per la Confederations Cup. C’erano Prandelli in panchina, poi Balotelli, Buffon, Pirlo. Un sogno – racconta – Un bel giorno mi arrivò una chiamata da Salerno: la dirigente Mara Andria cercava una persona in grado di aiutare la squadra con tutte quelle diverse nazionalità. Fu Luca Scafuri (lo speaker dello stadio) a contattarmi e diedi la disponibilità. L’allora diesse Sabatini volle fare una videochiamata conoscitiva con me, durò poco e poi mi disse: ‘Domani ce la fai a stare a Salerno?’. Mollai tutto talmente in fretta che sono tornato in Brasile solo a novembre per chiudere il contratto d’affitto e le altre spese. In tre giorni ero lì”.
L’impatto con Bergamo
Domenica Standoli sarà al Gewiss Stadium in tribuna. “Ci sarà anche la famiglia di Ederson, ovviamente la moglie e poi la suocera. Lo vedo emotivamente preso, perché Salerno è stata per lui molto importante. So che tifosi gli scrivono ancora su Instagram. Era la sua prima esperienza in Europa, è stato accolto bene e ha fatto belle cose in campo – afferma – Anche a livello climatico si è trovato alla grande in una città che aveva tanto da offrire: aveva casa a piazza Portanova, poteva facilmente raggiungere il lungomare anche solo per una passeggiata, sebbene sia un brasiliano un po’ anomalo: si allena e torna a casa per stare con la figlia piccola, non fa vita mondana. A Bergamo è diverso: abita fuori dal centro e con i ritmi di Gasperini che li allena tantissimo non c’è molto margine per fare altro. Ederson si è inserito nel tessuto Atalanta, ma sente la piazza un po’ diversa da Salerno che era più simile al suo Brasile”.
Per l’ex granata finora 15 presenze in nerazzurro. Quale realtà ha trovato a Zingonia? “Un centro sportivo con 9 campi da calcio dove si allenano contemporaneamente anche i ragazzini, dai 9 anni alla prima squadra. Il calcio è visto come una cosa aziendale, i calciatori vanno e vengono, è un’altra realtà rispetto a Salerno. Ora Ederson sta un po’ trovando il suo ruolo. Gasperini lo ha impiegato prima come centrocampista, poi come mezzala; si sta adattando ancora però anche con i colleghi i rapporti sono ottimi. La cessione di Malinovski potrebbe liberargli più spazio magari anche per un ruolo più offensivo. Vedremo”.
Non solo Ederson. Standoli parla anche inglese, francese e spagnolo: “Avevo legato molto con Fazio e Perotti, seguivo Bohinen, Coulibaly, Mousset anche in cose extra, dalle operazioni in banca ai controlli medici. Pensavo di poter essere ancora utile alla Salernitana ma così non è stato. Forse mi hanno visto come uomo vicino a Sabatini e nel frattempo era cambiato diesse, per questo non sono stato chiamato dopo la scadenza del contratto il 30 giugno. Mi chiamava spesso Sabatini per fare discorsi motivanti ai calciatori. Credo di aver fatto un buon lavoro, era il mio sogno da bambino. L’ultima cosa che ho fatto per il club granata è stato tradurre i menu del ritiro austriaco di Jenbach e mi è un po’ dispiaciuto lasciare”.
Tra i calciatori che ha provato ad aiutare nell’inserimento l’anno scorso c’è Mikael, ancora di proprietà dell’ippocampo ed attualmente al centro di un nuovo caso in Brasile: l’Internacional vuole rispedirlo al mittente, la Salernitana non vuole saperne e l’agente sta provando a trovargli una nuova sistemazione a causa del persistere dei problemi di peso e non solo, stando ai media brasiliani. “Mikael non ha seguito l’iter del settore giovanile professionistico come tutti gli altri: ha fatto il primo provino già grandicello e si è trovato a giocare nello Sport Recife all’improvviso. Ha talento ma non ha forse ancora ben chiara la mentalità da professionista – dice Standoli – Quando è rientrato dalle ferie in sovrappeso Sabatini, sebbene non fosse più direttore sportivo della Salernitana, si sentiva responsabile per aver creduto in lui e non averlo rivisto a Salerno in condizione gli ha provocato una forte delusione. Peccato, ci sono pochi calciatori come lui, però deve superare certi limiti. L’anno scorso Nicola voleva che desse di più in allenamento e credo non gli abbia fatto bene anche presentarsi con i capelli platinati prima di Salernitana-Udinese: non fu nemmeno convocato, non è entrato nell’ottica italiana come invece ha fatto subito Ederson”.
<\/span>","nextFontIcon":"<\/span>"}" data-theiapostslider-onchangeslide="""" data-theiapostslider-loaded="true">fonte SalernitanaNews.it