Sulemana: "Juric è l’allenatore perfetto per me"

Tra le rivelazioni di questo avvio di stagione c’è Kamaldeen Sulemana, che ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ha parlato anche della sia particolare esultanza, che prevede numerose capriole:
"I miei genitori mi avevano detto di non festeggiare così perché è pericoloso. Ma quando l’ho fatto contro la Juventus è stata un’esplosione di adrenalina, non ci ho pensato, mi è venuto spontaneo. Non lo farò più. Studierò un’altra esultanza, in base anche a dove segnerò, se in casa o fuori. Non voglio mancare di rispetto ai tifosi avversari, quindi se segnerò in trasferta festeggerò in maniera più contenuta. Ho imparato a farle quando stavo alla Right to Dream Academy: oltre al calcio praticavo anche ginnastica".
Riguardo al suo percorso rapido — passato in sei mesi dalla retrocessione con il Southampton, all'approdo in Serie A, alla Champions League e alla qualificazione Mondiale — e alla richiesta se si senta un esempio, il calciatore ha risposto semplicemente affermando di credere fermamente nel lavoro quotidiano e nel fatto che non si debba mai mollare.
In merito all'esperienza di aver lasciato il Ghana a 18 anni per trasferirsi in Danimarca, al Nordsjaelland, e se fosse stato un passaggio traumatico, ha spiegato che non lo è stato affatto, ma è stato un processo graduale. Ha raccontato che prima del trasferimento definitivo, aveva fatto un paio di viaggi per familiarizzare con gli allenatori e il centro sportivo. Ha concluso sottolineando che, per quanto possa sembrare paradossale, è stato il passaggio più semplice della sua carriera, nonostante avesse lasciato il Paese da solo.
Juric è l’allenatore perfetto per me, tatticamente e tecnicamente. Mi ha dato fiducia subito appena arrivato a Southampton. È un maestro per me, mi aiuta a trovare la posizione giusta in campo sia in fase offensiva sia in quella difensiva. Lui è il maestro e io sono lo studente: mi fido di lui e voglio fare sempre meglio".
Ha avuto modo in questi mesi di conoscere meglio la famiglia Percassi e il ds Tony D’Amico che l’hanno individuata e voluta?
"Sono grato per avere avuto questa opportunità, per essere stato scelto da loro. Ed è anche per questo motivo che voglio fare ancora di più per aiutare la squadra a stare il più in alto possibile".
Riguardo alle differenze tra i campionati di provenienza e quello attuale, il calciatore ha descritto la Serie A come un campionato top, molto tattico, che richiede di restare concentrati per tutta la durata della partita. Ha aggiunto che, al contrario, la Premier League lo ha formato innanzitutto fisicamente, definendolo un campionato molto intenso. Sul prossimo futuro dell'Atalanta, il giocatore si è detto ottimista, sostenendo che "il meglio debba ancora arrivare". Ha infatti espresso la convinzione che la squadra abbia ancora molte partite per migliorare la qualità del proprio gioco e che possa fare "qualcosa di grande anche in questa stagione".
fonte tmw.com