Swimming Palomino-pool, by Giuliobas

11-02-2018 13:30 3 C.

Nell’anticipo della 24^ giornata Crotone e Atalanta impattano sull’11 dividendosi la posta in palio.

In realtà il tutto incomincia ben prima delle 18 con la Prefettura chiamata a decidere sul rinvio o meno la sfida dell’Ezio Scida:oltre all’incessante pioggia abbattutasi sulla città calabrese, il problema principale riguardava l’agibilità dello spostamento dei tifosi. Nonostante il cielo non smettesse di mandare acqua a catinelle, la decisione arriva puntuale: si gioca.
Forse non proprio la scelta più azzeccata e lo si capisce subito già dal riscaldamento: la palla non corre veloce e le pozzanghere in mezzo al campo cominciano ad aumentare. Era davvero impossibile fare slittare il match di un giorno? A farne le spese sono i tifosi in primis, solo 3.000 (di cui 150 arrivati da Bergamo con aereo, pulman o van) gli stoici impertubabili sugli spalti armati di ombrelli, kway, mantelline per uno stadio semi-vuoto.

Gasperini ritorna a Crotone da ex e senza pensare troppo all’impegno di Europa League vuole coltivare il sogno di un’altra fantastica qualificazione all’ex  coppa Uefa e per farlo vara il solito 3-4-1-2. Con Caldara ancora ai box, il trio in difesa è costituito da Toloi, Palomino e Masiello, che vanno a comporre la retroguardia atalantina davanti a Berisha. Nel cuore del gioco Gasp deve inizialmente rinunciare al metronomo Freuler, alle prese con qualche problema di salute dell’ultima ora; al fianco di De Roon viene arretrato in mediana Cristante con Hateboer e Spinazzola confermati a spingere sulle corsie esterne. Davanti la novità più importante: il tecnico di Grugliasco sperimenta per la prima volta dal primo minuto il tandem pesante Cornelius-Petagna supportati dallo sloveno Ilicic.

Dall’altro lato il Crotone si trova in un buon momento e, ringalluzzito dal pareggio rimediato a San Siro contro l’Inter, con Zenga ha ritrovato convinzione e solidità nella strada verso la salvezza. L’uomo Ragno ripropone il 4-3-3: il carismatico Cordaz guida la difesa composta dai centrali Ceccherini e Capuano e i terzini Faraoni e Martella. L’eroe di Milano Barberis viene riproposto nel centrocampo a tre e affiancato dal neo-arrivato Benali e dal talentuoso Mandragora. In avanti Trotta, Budimir e Nalini si dispongono a specchio dei tre difensori nerazzurro per cercare di colpire la porta orobica.

La spettacolarità annunciata della gara tra due formazioni in forma viene limitata dalle condizioni del campo al limite della praticabilità. I giocatori devono pian piano prendere confidenza con il terreno che può nascondere insidie,soprattutto nei passaggi orizzontali. Entrambe le squadre non riescono a sviluppare la manovra in velocità,si cerca spesso in lancio lungo in profondità ma spesso le trame di gioco sono interrotte dal manto erboso inzuppato.
Al 6′ Cristante a botta sicura colpisce il palo esterno ma il tutto viene vanificato dal fischio di Massa per un intervento falloso di Cornelius.  I tentativi da fuori possono essere una soluzione efficace e imprevedibile e infatti al 17′ dai 30 metri Martella fa esplodere un tiro che costringe Berisha a compiere una super parata a togliere le ragnatele dall’angolino. I calabresi pressano alto i nerazzurri che ci provano da calcio piazzato: Ilicic al 25′ ci prova con la specialità della casa ma la sua punizione a mezza altezza viene respinta da un attento Cordaz , mentre un minuto più tardi una botta di De Roon finisce a lato di poco dopo una deviazione di Ceccherini che aveva messo fuori causa l’estremo difensore di casa. Il primo tempo si chiude senza particolari sussulti dunque a reti inviolate dopo 45 minuti di pioggia e poco spettacolo con l’esperimento della doppia punta che non ha sortito l’effetto sperato per Gasperini.

Nella ripresa la musica sembra cambiare, il campo dopo il drenaggio e la diminuzione dell’intensità delle precipitazioni pare molto più agevole, e dopo dieci minuti un Petagna inconcludente e di poco aiuto ai compagni viene sostituito da Freuler. Con la sua visione di gioco, la sua gestione elegante e precisa(da svizzero qual è )della palla l’Atalanta comincia a piantare la tenda nella metà campo del Crotone, che forse nella prima frazione aveva speso qualche energia di troppo. Un continuo giro palla alla ricerca dello spiraglio giusto con i calabresi tutti dietro la linea della palla. Un possesso palla comunque sterile, la squadra di Zenga si difende con ordine e non concede mai il tiro all’Atalanta che tenta a buttare nella mischia qualche pallone pericoloso. Con l’ingresso di Ricci i rossoblu hanno un risveglio: al 78′ il numero 11 al limite dell’area si gira in un fazzoletto di terra e cerca di sorprendere Berisha che però blocca la sfera. Passano giusto giusto sessanta secondi Ajeti svetta su Masiello e Spinazzola e fa da torre, Berisha sbaglia l’intervento è Mandragora da due passi insacca una rete fondamentale per la permanenza in A. Dopo una mezz’ora in completa apnea i pitagorici servono la beffa alla Dea, che prova il tutto per tutto inserendo Barrow. Spinazzola al 84′ si beve la fascia sinistra,ma entrato in area spreca tutto sparando alto. Ma la squadra di Gasperini ha un cuore grande così,non “affonda” e all’88’ arriva la rete del pareggio: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Freuler libera Masiello, Cordaz riesce a rispondere ma non può nulla sul tap-in vincente di Palomino, che trova la prima segnatura in Serie A. Nel recupero la Dea cerca addirittura di prendersi i tre punti ma il destro di Cristante finisce debolmente fra le braccia di Cordaz e la sfida termina con il risultato di 1-1 con due stati d’animo contrastanti nelle file atalantine:da una parte il rammarico per essere riusciti a sfondare in un secondo tempo dominato con però pochi tiri nello specchio della porta, dall’altra la gioia di aver comunque raddrizzato un match complicato dal meteo(a calcio gli orobici è capace di giocare,a pallanuoto ancora no!) e dalla rete di Mandragora. Da salvare dunque il punto che fa classifica e morale in vista della sfida tanto attesa di Dortmund e il non aver rimediato infortuni.
Andando nello specifico Berisha non è certo da crocifiggere, anche perché il volo nel primo tempo su Martella è da applausi, ma l’errore in presa bassa è una  topica e da segnare nel libro delle papere. Bene Palomino che oltre al gol importantissimo, non perde mai la bussola. Al centro con Freuler è tutta un’altra musica anche se qualche ultimo passaggio lo svizzero lo ha sbagliato, altra prestazione positiva per De Roon. Per quanto riguarda il reparto offensivo il tandem Cornelius-Petagna ha deluso mentre per Ilicic si tratta di una buona prova considerato che le condizioni del terreno non si addicono alle caratteristiche del numero 72 sloveno.
Dunque niente piagnistei, la corsa alla prossima Europa League è ancora lunga ed ora bisogna pensare al Signal Iduna Park. Ve lo ripetiamo se faticate a crederci: giovedì h 19 i Gasp Boys saranno di scena a Dortmund contro gente come Schurrle, Batshuay e Reus per l’ennesima impresa. Avanti tutta! Godiamocela fino in fondo!

 

GIULIOBAS

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By Staff di Atalantini.com


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