Un altro giovane torna in patria
07-02-2023 13:50
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Dopo Hecko e Fisic, anche Óliver Steinar Guđmundsson torna in patria. Il centrocampista classe 2004, dopo soltanto una presenza in U18 (da fuori quota) nel corso di questa stagione, lascia l’Atalanta per passare al Valur Reykjavik. Il nazionale islandese era giunto a Zingonia 2 anni fa, nel febbraio 2021, aveva collezionato 15 presenze complessive nel campionato U18 e 3 apparizioni alla Viareggio Cup.
Buona fortuna Óliver!

foto dal sito ufficiale del Valur, Óliver è quello a destra
By Paglia
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Arrivano più stranieri nel vivaio ma questo non mi pare condizioni la maturazione degli italiani… basti vedere che al momento ci sono 9 u23 del nostro vivaio con un ruolo significativo in serie A (carnesecchi, ruggeri, bastoni, zortea, okoli, scalvini, piccoli, cambiaghi, colpani), non mi pare che in passato questa fosse la normalità.
Chiaro che poi con gli stranieri non sempre ti va bene, ma come già detto da alcuni i soli kulusevski e diallo giustificano da soli il modus operandi (senza considerare poi kessie, barrow e colley, che sono a metà strada tra primavera e prima squadra)
piu’ tecnica in velocita’… piu’ visione di gioco…. piu’ personalita’.
e meno pie quadrac.
Non è più una priorità (errore)
È stato spremuto con poco interesse
Scelta=conseguenza
Abbassare la responsabilità sulla piramide e’ conigliame pure
Specialità di waterboy
Su questo tema bisogna ragionare con grande apertura mentale. Di per sé non c’è un modello di business che garantisca risultati, se non la capacità dello scouting nell’individuare profili con talento e la giusta personalità per diventare un professionista. Poi chiaro che con giovani e giovanissimi bisogna anche sparare nel mucchio ed avere fortuna, i fattori che condizionano l’evoluzione di un calciatore sono molteplici. Quante volte abbiamo visto talenti annunciati come dei veri e propri crack perdersi nei meandri delle categorie minori o addirittura smettere di giocare in giovane età ? Con la velocità dei cambiamenti in essere non solo… Leggi di piu' »
Il punto è che Diallo e Kulusevski li hai presi perchè erano forti tecnicamente. Gli scout buoni li hai, serve dargli direttive diverse. Se loro segnalano dei giocatori ma ai piani alti gli chiedono solo quelli già formati fisicamente, il discorso rende poco (sia per lo scout in italia a livello locale che quello all’estero. I giocatori che hanno “floppato” recentemente dal nord europa sono tutti grossi ma di poco valore tecnicamente e tatticamente
Una cosa su cui non ho dati precisi ma che mi sembra si sia persa è la continuità dei gruppi squadra. Anche in passato c’erano innesti da fuori, ma c’era anche un blocco “solido” che veniva creato in tenera età e portato fino in fondo.
Ci si lamenta poi dell’impoverimento del calcio italiano, ma com’è possibile che uno dei pochi baluardi in cui si puntava tantissimo sulla tecnica si sia adeguato all’andazzo fatto di muscoli e tattica degli altri settori giovanili italiani? Dovevamo implementare, non adeguarci al calcio giovanile degli altri club italiani.
d’Accordo con Scozia ed anche Paglia. lo sguardo si deve per forza buttare oltre i confini nazionali per trovare del talento di livello superiore , questo e’ tassativo , tutti lo fanno. l’importante e’ farlo bene e non solo con i CM. I KG ma come diceva il grande FAVINI. un giocatore si vede da “COME USA L’ATTREZZO” ol BALU. ma sono d’accordo nel guardare con piu’ attenzione alla terra Bergamaaca ed Italica in generale. il Margine coperta dove sono arrivati i vari Pisani, Rossini , se non ricordo male adesso e’ del Milan … perche’? per citare un esempio… Leggi di piu' »
Non credo sia più una priorità per la famiglia Percassi il settore giovanile, fin quando cedendo in prestito portano piccole voci a bilancio va bene così, al problema del vivaio mal gestito da quando non c’è più Favini ci penseranno quando non potranno più farci grosse plusvalenze…
Per conseguire i risultati mediocri degli ultimi anni non serve andare a prendere i ragazzini in giro per l’Europa. Tanto vale guardare in provincia.
La cosa più importante però è che si torni a insegnare come “usare l’attrezzo” come usava dire il Maestro. Tecnica, tecnica e ancora tecnica…
È un peccato che negli anni in cui si sono verificati i più grandi miglioramenti della prima squadra si sia dovuto assistere a un progressivo e ormai evidente ridimensionamento dell’attività giovanile: una grossa macchia sugli anni più “lucenti”.
Non sono d’accordo sul fatto che basti guardare in provincia. Il motivo è la cultura che regna in ogni paese. In Italia a 17 anni sei un ragazzino, nei paesi nordici e nell’est Europa sei già un piccolo uomo. Questa differenza di cultura si riflette anche sul lavoro e anche nel calcio. Il problema sta sempre nello scovare i veri talenti, come fatto con Kulusevski ad esempio. Ovvio però che questi giovani talenti sono seguiti da tante squadre e bisogna essere bravi a scovarli per primi o ad offrire di piu.
I talenti ci sono in provincia come al nord, basta prenderli non soltanto perchè sono alti 2 metri ma perchè san giocare a calcio..
Non ho detto che basta guardare in provincia. Ho detto che per ottenere i recenti risultati scadenti non serviva andare a prenderli chissà dove. Almeno non si rompeva il legame con il territorio e le sue società.
Del resto, possibile che in provincia o in regione non ci sia un ragazzo del livello di Fisic o Italeng? o devo pensare che semplicemente il vivaio sia diventato il dolce parcheggio per qualche assistito di un procuratore “amico”?
Vedo che ogni giorno si torna sull’argomento…
Sembra di stare in campagna elettorale.
era ora… troppo tempo che questo grosso problema è rimasto sottotraccia, l’Atalanta non deve rinunciare alla sua vocazione più profonda e che la lega al suo territorio solo perché ubriacata da qualche partecipazione alle competizioni europee.
Torniamo a costruire calciatori (e uomini) fatti in casa, come si faceva con la gestione Favini, e lasciamo ad altri il modello Costanzi
sembra ci sia aria di repulisti in quel di Zingonia x quanto concerne il settorte giovanile. Evidentemente si comincia a considerare che va fatto un lavoro di selezione con caratteristiche diverse.
giusto così.