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corra1907
29 Novembre 2025 | 07.52
potagirl75
29 Novembre 2025 | 00.49

Il punto, sudato, è che la transizione energetica non è più una opzione, ma una necessità. Forse non ci arriveremo nel 2030, ma quella è la strada che si deve percorrere. Oramai le industrie petrolifere non sviluppano più i giacimenti di petrolio fossile, Perchè nessuna banca o istituto di credito finanzia progetti di questo tipo, perché ormai tutti chiedono i certificati green. Il poco petrolio, da cui poi si ricava benzina o diesel, è prodotto dagli impianti esistenti, che col tempo andranno ad esaurirsi, e di nuovi non ne verranno fatti. E comunque già ora la maggior parte delle benzine dei distributori italiani deriva dalla bioraffinazione (cioè dagli impianti che trattano gli oli alimentari esausti, gli oli vegetali e i grassi animali). Il settore energetico adesso sviluppa il gas, principalmente perché le restrizioni date alla Russia hanno aperto spiragli di mercato, ma principalmente tutte le principali società energetiche sviluppano impianti eolici e fotovoltaico, che appunto alimentano l’elettrico. Pensa che la Norvegia, nazione che galleggia letteralmente sul petrolio, ha deciso di sviluppare solo energia green e la vecchia società petrolifera di Stato, la statoil, adesso si chiama equinor. E poi arriva il secondo problema: per sostenere l’elettrico, così come un eventuale impiego dell’ idrogeno, servono infrastrutture, che al momento l’Italia non ha. E per fare le infrastrutture servono tutta una serie di materiali (per fibra, cavi etc.) che sarebbe necessario sventrare la terra (anche qua…la politica dovrebbe star fuori dal sito, ma il donbass è pieno di terre rare…e il buon macron non è un filantropo a sostenere Zalesky). Scusa se sono stata prolissa, era solo per dire che la transizione è necessaria, ma sarà cmq difficile da realizzare (tecnicamente) e dolorosa economicamente.

moreto
29 Novembre 2025 | 06.56
SudatoDinverno
28 Novembre 2025 | 22.01
potagirl75
29 Novembre 2025 | 00.49

Il punto, sudato, è che la transizione energetica non è più una opzione, ma una necessità. Forse non ci arriveremo nel 2030, ma quella è la strada che si deve percorrere. Oramai le industrie petrolifere non sviluppano più i giacimenti di petrolio fossile, Perchè nessuna banca o istituto di credito finanzia progetti di questo tipo, perché ormai tutti chiedono i certificati green. Il poco petrolio, da cui poi si ricava benzina o diesel, è prodotto dagli impianti esistenti, che col tempo andranno ad esaurirsi, e di nuovi non ne verranno fatti. E comunque già ora la maggior parte delle benzine dei distributori italiani deriva dalla bioraffinazione (cioè dagli impianti che trattano gli oli alimentari esausti, gli oli vegetali e i grassi animali). Il settore energetico adesso sviluppa il gas, principalmente perché le restrizioni date alla Russia hanno aperto spiragli di mercato, ma principalmente tutte le principali società energetiche sviluppano impianti eolici e fotovoltaico, che appunto alimentano l’elettrico. Pensa che la Norvegia, nazione che galleggia letteralmente sul petrolio, ha deciso di sviluppare solo energia green e la vecchia società petrolifera di Stato, la statoil, adesso si chiama equinor. E poi arriva il secondo problema: per sostenere l’elettrico, così come un eventuale impiego dell’ idrogeno, servono infrastrutture, che al momento l’Italia non ha. E per fare le infrastrutture servono tutta una serie di materiali (per fibra, cavi etc.) che sarebbe necessario sventrare la terra (anche qua…la politica dovrebbe star fuori dal sito, ma il donbass è pieno di terre rare…e il buon macron non è un filantropo a sostenere Zalesky). Scusa se sono stata prolissa, era solo per dire che la transizione è necessaria, ma sarà cmq difficile da realizzare (tecnicamente) e dolorosa economicamente.

Montemisma
28 Novembre 2025 | 23.13
labilehc
28 Novembre 2025 | 22.38
SudatoDinverno
28 Novembre 2025 | 22.01
SudatoDinverno
28 Novembre 2025 | 22.01
beernez3
28 Novembre 2025 | 22.01