Guida alla serie A: Lazio 2018/19

15-08-2018 19:00 0 C.

 

La presentazione della stagione dei biancocelesti, che dovranno confermare l’ottimo campionato dello scorso anno ma gestire meglio i momenti decisivi.

Piazzamento la scorsa stagione:

Chi in più: Silvio Proto (Olympiakos), Francesco Acerbi (Sassuolo), Riza Durmisi (Real Betis), Milan Badelj (Fiorentina), Valon Berisha (RB Salisburgo), Joaquin Correa (Siviglia).

Chi in meno: Federico Marchetti (Genoa), Stefan De Vrij (Inter), Nani (Valencia), Felipe Anderson (West Ham), Filip Djordjevic (Chievo).

Una statistica interessante: Delle prime 10 squadre di Serie A la Lazio ha avuto la percentuale di possesso palla minore, 51%.

 

Impression

Badelj può giocare al posto di Leiva (o insieme, passando al 4-2-3-1); Correa può prendere il posto di Luis Alberto o Milinkovic-Savic; Luiz Felipe proverà a insidiare il posto di Wallace.

Da che campionato viene
L’anno scorso la Lazio è arrivata a un passo dai suoi massimi obiettivi stagionali, ma è inciampata negli ultimi minuti dei due match decisivi della scorsa stagione. Contro l’Inter, nello spareggio interno per l’accesso alla Champions League, in 4 minuti la Lazio è passata dalla vittoria alla sconfitta, commettendo due ingenuità clamorose, con De Vrij e Lulic.

In Europa League, ancora 4 minuti sono risultati fatali alla Lazio, che subendo 3 reti dal Red Bull Salisburgo a meno di 20 minuti dalla fine è stata eliminata dall’Europa dopo essere stata in vantaggio complessivamente di 3 gol a soli 35 minuti dal termine della partita. Uno sconsolato Inzaghi, al termine della partita contro l’Inter, aveva fissato come obiettivo della stagione futura una migliore gestione dei momenti chiave della partita, che sono costati caro ai biancocelesti. È probabile però che l’incapacità di controllare le partite fosse insita nello stile di gioco della Lazio, una squadra dalla vocazione offensiva e verticale.

I biancocelesti hanno avuto il miglior attacco del campionato, con 89 gol, 3 in più della Juventus campione d’Italia. Una media di 2.34 gol a partita, circa 20 reti in più di quelle attese con il modello degli expected goal, a testimonianza delle qualità individuali dei suoi giocatori offensivi. La fase difensiva è stata invece il punto debole della squadra, risultando la decima in termini di gol segnati e la quinta per xG subiti. Oltre a un calcio essenzialmente diretto, e per questo meno propenso al controllo, è probabile che la Lazio abbia pagato, specie nei momenti decisivi, lo squilibrio tra la qualità, alta, dei proprio giocatori offensivi, e quella dei suoi difensori.

Calciomercato minimale

Il lavoro estivo di Tare è sembrato più orientato ad allungare la rosa – altro punto critico della passata stagione – che a cambiamenti sostanziali nell’undici titolare.

In difesa i biancocelesti hanno sostituito lo svincolato De Vrji acquistando Acerbi per una decina di milioni di euro. A trentuno anni l’ex Sassuolo è ormai un giocatore dal rendimento costante in ambito italiano, ma non si può certo considerare un miglioramento rispetto a De Vrij.

Il margine di miglioramento del reparto rimane quindi sulle spalle del ventunenne brasiliano Luiz Felipe, apparso in ascesa nella passata stagione. Nei ruoli di esterno del 3-5-1-1 di Inzaghi è arrivato il solo Riza Durmisi, ventiquattrenne ex terzino sinistro danese del Betis Siviglia, in una zona di campo già occupata da Lulic e Jordan Lukaku. Durmisi è un esterno basso dalle caratteristiche offensive, dotato di un buon piede mancino, che utilizza principalmente per sviluppare le sue ottime doti associative. Difensivamente soffre la mancanza di peso e centimetri, sebbene sia compatto e forte di gambe.

L’acquisto di Durmisi non migliora la situazione della Lazio sulla fascia destra, dove, alle spalle di Marusic, Basta e Patric non garantiscono un ricambio all’altezza dei titolari e, complessivamente, non migliora la qualità difensiva del gruppo di esterni a disposizione di Inzaghi. Per questo si sta cercando di prendere Manuel Lazzari dalla SPAL, un esterno dalle spiccate qualità offensive, uno dei primi dribblatori in Serie A nello scoros campionato.

Se il valore delle caratteristiche puramente difensive del reparto arretrato non sembra essere superiore a quello della passata stagione, le capacità di variare lo spartito tattico aumentando le fasi meno dirette e più palleggiate, potrebbe essere agevolata dagli acquisti in mezzo al campo di Milan Badelj, Valon Berisha e Joaquin Correa. Il centrocampo era il reparto che aveva più bisogno di rinforzarsi, anche numericamente. Badelj può rappresentare più di un’alternativa per Lucas Leiva nel ruolo di mediano davanti la difesa, mentre il kosovaro Berisha può occupare sia il ruolo di mezzala, che la trequarti campo avversaria. L’ex Red Bull Salisburgo è un centrocampista offensivo completo, dotato di buona tecnica, tempi di inserimento e, in accordo col suo passato tattico, abile a pressare in avanti.

Correa rappresenta invece il sostituto naturale di Felipe Anderson, venduto per 40 milioni di euro al West Ham. Il brasiliano, in una stagione passata spesso in panchina (anche per problemi fisici), aveva comunque garantito un numero considerevole di gol e assist e, soprattutto, rappresentava una variante temibile a gara in corso. Correa non ha gli stessi strappi in velocità di Anderson, ma può garantire un maggiore controllo, pur sempre in uno stile di gioco molto verticale.

Alla ricerca della flessibilità tattica

I tre nuovi acquisti possono rappresentare sia un’ottima alternativa nel 3-5-1-1, con Correa nel ruolo di dodicesimo uomo che è stato di Felipe Anderson, ma possono regalare ad Inzaghi la possibilità di variare lo spartito tattico, sia in termini di caratteristiche individuali che di modulo di gioco. Badelj, ad esempio, ha nelle sue corde una distribuzione del gioco meno essenziale di quella di Lucas Leiva e Correa, pur occupando le stesse zone di campo di Felipe Anderson, è un giocatore più incline alla manovra palleggiata.

La maggiore varietà della rosa potrebbe permettere anche qualche cambio di modulo. Se la passata stagione Simone Inzaghi ha giocato praticamente sempre con il 3-5-1-1, nel suo primo anno alla guida alla Lazio aveva invece alternato diversi schieramenti, utilizzando indifferentemente la difesa a 3 e quella a 4, mostrando quindi di non essere legato a un singolo sistema. La ricchezza di alternative nella zona della trequarti campo, occupata in maniera più stanziale da Luis Alberto e più dinamica di Milinkovic-Savic nel 3-5-1-1, potrebbe suggerire ad Inzaghi l’alternativa, durante la stagione, di un 4-2-3-1, con la possibilità di muovere e scambiare in maniera fluida la posizione di tutti i trequartisti.

La coesistenza tra Badelj e Lucas Leiva, complessa all’interno del 3-5-1-1, rimarrebbe più agevole nel 4-2-3-1 e potrebbe disegnare una struttura tattica meno diretta e più orientata al palleggio e al controllo dei ritmi. In una difesa a 4 Caceres e Durmisi potrebbero occupare le posizioni di terzino.

Il modulo di riferimento sarà però – sicuramente all’inizio – il 3-5-1-1 della passata stagione. Inzaghi ha plasmato una squadra capace di giocare su più registri tattici, adattandosi alle caratteristiche degli avversari. Ma la Lazio preferisce comunque, se possibile, adottare un baricentro basso, così da ricavarsi lo spazio per attaccare poi in transizione. Provando ad alzare la squadra avversaria, la Lazio tenta di dilatarne le distanze tra le linee, per liberare gli spazi per le ricezioni tra le linee di Milinkovic-Savic e Luis Alberto.

Le sfruttamento del gioco tra le linee è favorito dai continui movimenti in profondità di Immobile, sempre pronto ad allungare la difesa avversaria con i suoi scatti. Proprio l’equilibrio tra attacco in transizione e gioco tra le linee è stato il segreto della grande fase offensiva della Lazio.

L’anno passato la Lazio è arrivata a 5 minuti dalla conquista della qualificazione in Champions League. L’obiettivo non può pertanto non essere che uno dei primi quattro posti, ma, come l’anno scorso, non sarà facile. La Lazio ha integrato la sua rosa a centrocampo, ma dietro ha perso il suo miglior difensore, De Vrij, e rimane irrisolto il problema di un sostituto all’altezza di Ciro Immobile.

La sua avversaria dello scorso anno, l’Inter di Spalletti, sulla carta si è rafforzata, così come, con l’acquisto di Higuain, il Milan. Non basterà che Immobile, Luis Alberto e Milinkovic-Savic ripetano la propria grande annata: servirà anche una Lazio più varia tatticamente, specie per aumentare il rendimento difensivo, il tallone d’Achille nello scorso campionato.

Giocatore di cui prendere la maglietta

La prima maglia della Lazio 2018/19 è una riproposizione della storica maglia bandiera con il disegno dell’aquila stilizzata a fasciare il petto dei calciatori. La maglia è ampiamente ispirata ai due modelli di maglia bandiera apparsi in due momenti diversi negli anni ottanta e rimane una delle più iconiche del calcio italiano. È così bella che ha davvero poca importanza il numero e il nome da fare stampare sulle spalle: l’importante è averla.

Giocatore chiave

Per quanto Milinkovic-Savic sia un giocatore fantastico, sfruttato al meglio da Simone Inzaghi che lo lascia libero di seguire i suoi istinti, l’uomo chiave per la Lazio rimane Ciro Immobile. Oltre che per il contributo in fase realizzativa, il centravanti della Lazio è fondamentale per il preziosissimo lavoro tattico di creazione degli spazi per i centrocampisti offensivi. Le sue assenze o i suoi cali di rendimento sono di difficile gestione per l’intera squadra anche per l’assenza di un sostituto del suo livello. Ciro Immobile, davvero, non può prendersi un raffreddore.

Giocatore da comprare al Fantacalcio

Immobile per i gol e Luis Alberto per gli assist sono stati, la passata stagione, due macchine di bonus per il Fantacalcio. Costeranno parecchio, ma, specie il centravanti, sembrano una certezza. Un nome meno scontato potrebbe essere invece quello di Acerbi: l’anno scorso è rimasto a secco ma negli anni precedenti aveva mostrato buone doti realizzative. Potrebbe diventare il difensore goleador della vostra squadra.

Miglior scenario possibile
Immobile segna e Luis Alberto manda al gol i compagni come la passata stagione. Milinkovic-Savic continua a fare meraviglie e Correa e Berisha forniscono un ottimo contributo dalla panchina, permettendo a Inzaghi diverse variazioni sul tema tattico. La Lazio è una squadra scomoda da affrontare per tutti per la sua capacità di prendere la forma peggiore possibile per gli avversari. I biancocelesti conquistano la qualificazione in Champions League e vincono sia il derby d’andata che quello di ritorno.

Peggior scenario possibile
Il rendimento difensivo non migliora rispetto alla scorsa stagione e l’over performance offensiva rispetto agli expected goal si ridimensiona a causa dell’annata meno entusiasmante di Immobile e Luis Alberto. Lontana dalla zona Champions la Lazio si ritrova invischiata in una lotta di retroguardia con Atalanta e Fiorentina per la conquista del sesto posto.

fonte ultimouomo.com

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By marcodalmen


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