L’ Atalanta vista da Napoli

25-02-2017 10:54 3 C.
 
2yyscb8Analisi Generale

Nel mercato invernale i bergamaschi hanno ceduto i giovani Gagliardini all’Inter e Caldara alla Juventus; il centrale difensivo si trasferirà in bianconero però solo nel 2018, rimanendo in Lombardia ancora per un’altra stagione e mezza.
In più hanno lasciato Bergamo Stendardo, Pinilla, Sportiello, Bassi e Suagher.
Sono invece arrivati alla corte di Gasperini Gollini e Cristante.

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Dopo 25 giornate la squadra del patron Percassi occupa la quinta posizione, con 48 punti conquistati sui 75 disponibili,grazie a 15 vittorie,3 pareggi e 7 sconfitte, gare in cui ha segnato 40 goal subendone invece 26.

1561682_AtalantaTattica e numeri

Come si può vedere dall’evoluzione della classifica, l’inizio della stagione non è stato positivo per l’Atalanta.
Con soli 3 punti conquistati nelle prime 5 giornate, la squadra del patron Percassi occupava la 18esima posizione; dopo la trasferta di Crotone (giocata a Pescara), l’undici lombardo ha inanellato 9 risultati utili di fila (tra cui la vittoria di misura contro il Napoli), una striscia positiva che le ha permesso addirittura di raggiungere la quinta piazza in campionato.
Nelle prime giornate il tecnico ex Genoa aveva, in base ai dati Transfermarkt, sperimentato più moduli: il suo classico 3-4-3, il 3-5-2, il 4-3-3 e infine anche il 3-4-2-1, variante del suo modulo preferito, che col tempo è poi divenuto anche quello effettivamente scelto per la sua squadra.
In questo contesto, l’undici titolare più probabile è il seguente: Berisha, Toloi, Caldara, Masiello, Conti, Kessiè, Freuler, Spinazzola, Gomez, Kurtic e Petagna.
Le posizioni dei giocatori in campo sono però in realtà molto fluide e l’effettivo posizionamento dei giocatori dipende principalmente dall’interpretazione data al ruolo dai singoli: Gomez, nominalmente trequartista di sinistra, a volte finisce per essere allineato a Petagna in avanti, in altre situazioni invece lo si trova completamente defilato a sinistra, altrimenti può anche tagliare in mezzo all’area per concludere l’azione, come spesso è capitato anche a Kurtic, vero e proprio grimaldello offensivo della squadra.
Questa precisazione per anticipare alcuni aspetti del gioco bergamasco, che verranno a breve approfonditi.
Come di consueto però, partiamo dal reparto arretrato.
In questo, nelle prime giornate, ci sono state un po’ di turbolenze: in porta si sono alternati molto Sportiello e Berisha, con il primo che ha compiuto nel corso dell’anno almeno 3 gravi errori proprio in 3 gare che hanno portato alla sconfitta la sua squadra (Lazio, Sampdoria e Juventus, in ordine cronologico).

Nella difesa a 3 poi Gasperini ha dovuto sperimentare più combinazioni prima di trovare quella vincente: dopo Raimondi Toloi Zukanovic, Raimondi Masiello Zukanovic, un esperimento a 4, Masiello Toloi Zukanovic e infine Toloi Konko Masiello, è arrivato il trio Toloi, Caldara, Masiello.

Nonostante questa sembri essere la soluzione definitiva, alcuni degli errori delle prime giornate permangono: Masiello, spostato dal centro al centro-sinistra (e in alcuni casi anche sul centro-destra), ha fatto meno errori, anche se alcuni, anche molto evidenti, continua a commetterli.

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In questo caso la difesa è troppo passiva e al centro i giocatori non effettuano movimenti coordinati: il primo dei due errori è quello di essere troppo piatti e schiacciati verso la linea di porta, il secondo invece di essere troppo aperti e non aver accorciato verso sinistra in direzione palla.
Zukanovic su quel passaggio dovrebbe rapidamente chiudere verso il centro, accorciando verso Caldara che in realtà si fa attrarre dal movimento incontro di Ocampos.
In questo caso sarebbe potuto uscire anche Caldara sul 94 argentino, con Masiello che immediatamente avrebbe dovuto scalare su Simeone al centro.
Invece entrambi escono sull’ala genoana, perdendo la punta al centro; il Cholito non è poi abbastanza freddo per trasformare in rete un passaggio splendido.

A questo tipo di errori ci riferivamo in precedenza parlando delle turbolenze difensive delle prime giornate: cambiare continuamente gli uomini in difesa, probabilmente anche in maniera sensata perché Gasperini non aveva forse riscontrato le risposte che si attendeva, ha sicuramente contribuito ad impedire che fra i giocatori si formassero i meccanismi difensivi importanti per difendere in maniera organizzata.
In effetti, proprio nelle prime partite, si sono viste anche cose simili.

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Dopo che Muriel aveva già causato grandi problemi nei primi minuti (almeno una giocata simile a questa e in più aveva conquistato anche un rigore trasformato da Quagliarella), anche in questo caso il colombiano punisce la retroguardia atalantina.
Con il suo movimento, complice anche il fatto che D’Alessandro è completamente fuori posizione, attira Raimondi nella sua direzione: il meccanismo difensivo bergamasco, sotto questa mossa, collassa completamente come un domino.
Zukanovic prima arretra, poi fa un passo in avanti, poi rimane nel limbo; Masiello deve seguire Quagliarella, al centro si apre così una voragine, che nessun giocatore della Sampdoria va ad attaccare, mentre Barreto si muove in direzione del secondo palo, da cui con la complicità di Sportiello e Spinazzola, realizza di testa.

Il cross di Muriel per altro ricorda molto quello di Insigne in direzione Callejon: un leit-motiv del gioco del Napoli, un’azione che per altro chi scrive cerca di capire sempre come gli avversari del Napoli della giornata sono soliti difendere.

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Qui invece due problemi: Kessiè rimane a metà strada, non accorciando verso Baselli, nonostante una frazione di secondo prima delle immagini che proponiamo, Freuler gli suggerisca la giocata difensiva indicandogli con il braccio il movimento dell’avversario.
Toloi poi, sul servizio in direzione di Martinez, parte come un razzo verso il colombiano, insieme a Masiello, lasciando Lopez completamente solo in mezzo, che riceverà proprio dal classe 93.
Nell’occasione Zukanovic accorcia in avanti in ritardo, impedendo di attuare la trappola del fuorigioco, in più non prova neanche attivamente a contrastare l’ex Catania, limitandosi ad affiancarlo in corsa.

I principali problemi nel difendere la profondità l’Atalanta li ha invece riscontrati contro la Roma, contro un velocista come Salah: una situazione per altro su cui tantissime squadre vanno in difficoltà e che nel caso ha propiziato quest’occasione e quella da cui è poi nato il rigore trasformato da Perotti.

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Dopo aver aggiustato la fase difensiva, l’Atalanta ha iniziato anche a carburare in termini di proposta di gioco offensiva.
Come di consueto per le squadre di Gasperini, l’attacco degli spazi è fondamentale: per perseguire quest’obbiettivo, la squadra si distende completamente in ampiezza, facendo grande attenzione ad attaccare gli spazi fra le linee degli avversari, i più difficili da difendere.
L’azione che meglio permette di sintetizzare queste 3 righe concretamente è la seguente, ricavata dal match contro la Fiorentina al Franchi.

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Kurtic, il trequartista di destra, nell’occasione è completamente defilato in fascia: combina con Freuler, che serve Conti, su cui escono due giocatori della squadra di Sousa; il terzino bergamasco la ripassa allo svizzero, che crossa in area.
Sul pallone arriva Gomez, dopo un profondo taglio esterno interno per ricevere la sfera al limite dell’area; la sua ciabattata diventa un assist per Dramè, che ha seguito l’azione sull’altra fascia.
Una giocata inizialmente sviluppatasi a destra si conclude, anche con un pizzico di casualità, a sinistra , coinvolgendo nell’occasione ben 5 giocatori atalantini, con Petagna che non tocca il pallone, ma che ha comunque attaccato l’area al centro.

Da queste immagini iniziamo a capire l’importanza che esterno di fascia, trequartista e mezzala rivestono nel gioco di Gasperini: il primo deve continuamente muoversi avanti e indietro, per garantire ampiezza in entrambe le fasi, chiudendo l’azione con tagli esterni interno e supportando in difesa i centrali; gli ultimi due invece devono combinarsi, spesso scambiandosi anche posizione (soprattutto a destra in realtà), per creare gli spazi da cui poi puntare dritto verso la porta avversaria.

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In quest’occasione, contro il Crotone, Kessiè prende il posto di Kurtic in avanti, che infatti è sulla linea dei centrocampisti in quella frazione di gioco.
L’ivoriano riceve da Konko; l’ex Lazio si allarga in fascia, mentre l’ivoriano dialoga con Petagna: il fatto che l’attaccante italiano sia assolutamente monopiede, impedisce all’Atalanta di andare in rete.
Il suo passaggio per Kessiè è in ritardo e troppo lungo, altrimenti il classe 96 bergamasco avrebbe potuto segnare da posizione molto vantaggiosa.

Tendenzialmente invece è Kurtic ad occupare quella zona che contro i calabresi ha attaccato in progressione il numero 19; la partita con l’Udinese lo dimostra.

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In un tale contesto tattico, l’Atalanta è priva di un vero e proprio regista.
La coppia di centrocampo è costituita da due giocatori dinamici, che fanno degli inserimenti e della forza fisica le loro più grandi qualità.
A gestire il ritmo di gioco, innescando le accelerazioni e imponendo le pause, è il Papu Gomez.
Mai come quest’anno in grado di sfornare prestazioni di altissimo livello e soprattutto complete: non solo goal, con le proprie giocate personali, ma anche tanti assist; per l’esattezza 9 reti e 7 passaggi decisivi.
Più perle come questa, vanificata nel caso da un errore sotto porta di Conti, abilissimo comunque nel taglio, ma in grado di perdersi proprio nel gesto tecnico finale, il più importante.
(Il classe ’94 per altro sarà assente per squalifica sabato pomeriggio).

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Conti è consapevole di averla fatta grossa.
Si butta a terra con le mani dinanzi agli occhi; poi nei fotogrammi successivi guarda il guardalinea.
Probabilmente spera in un fuorigioco, che renderebbe meno amaro l’errore.
Il balsamo desiderato non arriva a lenire le ferite.

In alternativa, l’ex Catania e Metalist, ha spesso deciso di mettersi in proprio, facendo le cose da solo.
Per esempio con il Crotone, tagliando da sinistra verso il centro-destra, ha deciso di mettere la parola “fine” sul match così, in maniera assolutamente “semplice”.

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Alla fase di trasformazione dei bergamaschi, hanno dato anche un grande contributo i difensori: in particolare Masiello e Caldara si sono scoperti dei piccoli goleador, mettendo in rete 3 reti per ciascuno, molti dei quali sono giunti proprio in seguito a palle inattive (tanto calci d’angolo, quanto punizioni).

Si ringraziano:
Giuseppe Di Gennaro, alias ‘gIu, per l’immagine di copertina realizzata;
Transfermarkt e Whoscored per i dati a supporto dell’analisi effettuata;
Footballuser per l’immagine relativa alla probabile formazione avversaria.

fonte tifosidelnapoli.it
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By marcodalmen


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