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13-10-2018 12:10 8 C.

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Un paio di anni fa l’attenta redazione di www.ultimouomo.com analizzò in modo puntuale il sistema  di gioco di mister Gasperini che quell’Atalanta applicò alla perfezione, dalla 5 gara in poi raggiungendo uno storico 4 posto con la bellezza di 72 punti incamerati. Praticamente salvi a Natale 2016 abbiamo galoppato sulle onde dell’entusiasmo ininterrottamente fino a Copenaghen.

Riepilogando, Gasperini dà una precisa identità alle proprie  squadre, concetti semplici e facilmente riconoscibili con meccanismi che comportano un enorme dispendio di energie e che richiedono un’applicazione costante di tutta la squadra.

punto A: GOL DA CALCI PIAZZATI

Questa l’analisi di allora:

“In fase di non possesso l’Atalanta applica un rigido sistema di marcature a uomo combinato a un pressing intenso. Uno dei punti cardine del sistema è la ricerca di una protezione arretrata attraverso la superiorità numerica: per ottenerla l’Atalanta libera un avversario dalla marcatura in un’altra zona del campo e, andando in pressing costante, mette in moto una serie di scalate il cui successo dipende dalla loro puntualità, temporale e spaziale. A partire dalla mappa delle marcature, l’intero sistema difensivo è centrato sulle scalate e scommette sulla loro precisione per togliere in maniera asfissiante tempo e spazio agli avversari. Giocare costantemente sulle linee di anticipo comporta grossi rischi che, però, al netto di qualche crollo (come, appunto, i 7 gol subiti contro l’Inter), hanno pagato dividendi molto alti.”

Da questo punto di vista la difesa, o meglio la fase difensiva è quella che ha mantenuto le sue caratteristiche, e sostanzialmente funziona. Il problema dei gol incassati è infatti dovuto principalmente a problemi sui calci piazzati, concentrazione, sfortuna, posizioni errate o anche la bravura degli avversari sono le cause ma poco si può fare da fuori se in area fanno le belle statuine.

punto B: LE FASCE E CONDIZIONE FISICA

Continua l’analisi:

Il ricorso alle marcature a uomo rende la disposizione in campo, almeno in fase di non possesso, mutevole e dipendente dallo schieramento avversario. Partendo dal 3-4-3, l’Atalanta transita in maniera fluida a una difesa a 4 con una versione moderna e aggiornata del libero, a un centrocampo a 3 con vertice alto o basso. È quindi necessario che i giocatori siano capaci di occupare più zone di campo e di interpretare diversi compiti.

Qui emerge il problema numero due della inefficacia in questa fase del gioco dell’Atalanta. Manca la versatilità garantita negli anni scorsi da incursori come Conti e Spinazzola capaci di coprire e ripartire, arrivando fino sul fondo del campo e non rinunciando sistematicamente all’azione d’attacco per timore  della ripartenza avversaria. Troppo spesso un timido Hateboer rinuncia ad attaccare spazi vuoti dietro le difese avversarie e si rifugia nel passaggino all’indietro per Toloi o DeRoon. Analogo problema per Gosens, che spesso risulta quasi fosse ignorato dal Papu non sfruttando la fascia e spesso nascondendosi uno dietro l’altro in una condizione di assoluta inutilità sia all’attacco che alla difesa, un pò meglio Castagne.

punto C: IL TREQUARTISTA

il terzo problema è la mancanza del Trequartista, quello che UltimoUomo definiva come la REGINA della scacchiera, ossia giocatori come Kurtic, Kessie, Cristante, dighe di centrocampo e pericolosissimi incursori in area. Capaci in pochi secondi di attaccare gli spazi vuoti, (senza palla) e inserirsi sorprendendo le difese avversarie. In effetti è evidente come in fase di possesso palla, i giocatori si appiattiscano in postazioni statiche costringendo il portatore di palla ad incursioni solitarie (Papu) o a ritornare sui propri passi facendo girare palla nelle retrovie per trovare sbocchi. Purtroppo questi sbocchi non si creano perché non c’è il sufficiente movimento senza palla che caratterizza il gioco offensivo della Dea.

Pasalic potrebbe essere il nuovo trequartista ma pecca di precisione o quantomeno di intesa coi compagni, quando c’è da fare un passaggio di prima  aspetta, quando la da subito il compagno non parte, quando deve aprire con un lancio lungo ne fa uno corto e viceversa. Col tempo potrebbe assumere questo ruolo. Più preciso ma meno centrocampista è Rigoni che può garantire più qualità ma meno copertura ed è quindi un  rischio proporlo dall’inizio in questa fase. Infine Ilicic da cui il mister ma anche tutto il popolo nerazzurro  si aspetta tanto ma che per i problemi di salute e forse anche contrattuali con la società, sta rendendo molto sotto le sue aspettative.

Tralascio la Sfiga perché non rientra nell’analisi del gioco, però tra alcune scelte discutivbili degli arbitri, i gol subiti sui pochi tiri degli avversari verso la nostra porta, gli infortuni di Varner, Palomino, Ilicic e ora Masiello hanno un po’ messo del loro per giungere a questo punto. Speriamo abbia già dato per tutti i prossimi nove mesi e che d’ora in poi il vento soffi a nostro favore.

Il potenziale c’è ed è evidente ma se la ruota non gira subito lo spogliatoio potrebbe scoppiare in mano al Gasp che però ha dalla sua la proprietà, il tifo e la sua storia.

FORZA ATALANTA

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By Cuginus


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