Dallo Stirpe: “Frosinone impresentabile: l’Atalanta vince 5-0 danzando sui frantumi giallazzurri

20-01-2019 15:05 3 C.

 

Difficoltà evidenti, qualità scadente e prestazione inadeguata: al ‘Benito Stirpe’ il Frosinone mette a nudo tutti i suoi (infiniti) difetti ed incassa l’ennesima imbarcata, perdendo per 5-0 dinnanzi al proprio pubblico contro un’Atalanta fin troppo rinunciataria alla ricerca della via del cinismo. Match-winner il colombiano Duvan Zapata: il centravanti degli orobici mette a segno quattro reti; apre le danze della goleada bergamasca, invece, il difensore centrale Gianluca Mancini centrando la marcatura personale già al decimo minuto di gara. Ripugnante l’atteggiamento mostrato dalla compagine ciociara, la cui presenza continua a rivelarsi sempre più inappropriata nel luccicante palcoscenico della Serie A.

TANTE ASSENZE – I presupposti per i giallazzurri non sono affatto benigni, e questo lo s’intuisce già a partire dalla distinta iniziale: con l’infermeria della squadra che assomiglia più a un lazzaretto che ad altro, in attacco Marco Baroni è alla prova dei fatti costretto a schierare il tandem offensivo costituito da Campbell Pinamonti. Indisponibile capitan Ciofani, la fascia da caposquadra torna sul braccio sinistro di Molinaro, reduce da una lunga assenza dal terreno di gioco ma rientrato a disposizione per il primo atto ufficiale del Frosinone nel nuovo anno solare. In difesa, davanti a Sportiello, staziona il ‘tridente’ Brighenti-Goldaniga-Krajnc: poca la qualità, pesante invece l’incarico di giocare con il coltello fra i denti per respingere le sortite offensive degli orobici. A centrocampo, con Maiello Chibsah, esordisce in maglia canarina il classe ’96 Valzania, mezzala d’assalto ceduta in prestito al club ciociaro proprio dall’Atalanta nel corso di questa sessione invernale di calciomercato. Sulla corsia di destra, invece, rispolverato ad hoc l’ex Pro Vercelli Ghiglione: suo il compito di aggredire la profondità e far salire la squadra palla al piede.

A SPRON BATTUTO – A dir la verità, la partenza tra le fila dei laziali può dirsi tutto sommato discreta: in fase d’avvio la formazione canarina tenta di tramutare in atto i princìpi di gioco del nuovo tecnico Baroni (ricerca immediata della profondità sul recupero palla, gestione delle seconde palle, portare la sfera in direzione delle punte), tentando d’approssimarsi verso la porta avversaria con un paio di traversoni ben calibrati. Basta ben poco, del resto, all’Atalanta per prendere bene le misure ed avviare il suo dominio di gioco fondato sull’intelaiatura di una elaborata e articolata fase di costruzione. Le occasioni, di conseguenza, non vengono a mancare: al 4′ Zapata taglia bene in diagonale, ma è bravo Brighenti ad opporsi a corpo morto per deviare la sua conclusione ad incrociare in corner. Pochi istanti dopo, s’imbrogliano Krajnc Goldaniga su una palla aerea apparentemente innocua e vagante nel cuore dell’area di rigore giallazzurra: palla mia-palla tua, alla fine i due non si capiscono e sbuca il piede di Zapata, che devia il pallone sul fondo a pochi passi dalla linea di porta.

DOPPIO SVANTAGGIO – Al 10′ la Dea passa già in vantaggio: il Papu Gomez incanala una serpentina personale palla al piede, che si conclude con un appoggio all’indietro verso Castagne; l’esterno sinistro dei nerazzurri scarica il pallone sui piedi di Pasalic, il quale crossa deliziosamente verso il limite dell’area piccola e trova uno splendido stacco di testa che vede protagonista Gianluca Mancini. E il pallone entra in rete. Grave l’incomprensione causata ancora una volta dal duo Krajnc-Goldaniga: colpevole anche il portiere Sportiello, reo di non aver optato per l’uscita in presa sicura. Da questo momento in poi, la partita in pratica può dirsi conclusa: l’Atalanta è in pieno controllo della palla e del risultato, al punto da giocare divertendosi e cercando talvolta una giocata fin troppo fantasiosa. Ne è testimonianza il tentativo che Gomez compie al 20′ verso la porta avversaria direttamente da calcio d’angolo: un gol olimpico evitato dalla respinta compiuta di testa da Pinamonti. Esattamente un quarto d’ora dopo (mentre allo ‘Stirpe’, come lecito, giungono i primi fischi) è Pasalic a tentare un colpo di testa in torsione sugli sviluppi di una buona punizione calciata dal limite: attento Sportiello nella deviazione in calcio d’angolo. Infine, a coronamento di una prima frazione di gioco letteralmente dominata, arriva la tanto attesa rete del raddoppio: Duvan Zapata è completamente libero di appoggiare il pallone in rete di testa a due metri dalla porta. Il Frosinone non azzecca neanche una scelta, e il pubblico perde la pazienza: canarini surclassati di fischi al ritorno negli spogliatoi.

CROLLO CIOCIARO – Nella ripresa si assiste ad uno spettacolo a dir poco scarno: la seconda metà di gara inizia infatti subito con la rete del tris siglata sempre da Zapata (tutto solo davanti a Sportiello, il colombiano incrocia col mancino e trova la via del gol) ed i padroni di casa di fatto non scendono in campo. Al 58′ viene sostituito il capitano Molinaro: a testa bassa, il laterale mancino abbandona il campo tra il boato del ‘Benito Stirpe’ che manifesta tutto il proprio dissenso nei confronti della prestazione (opaca, a tutti gli effetti) offerta dal classe ’83. Una scena che fotografa il pomeriggio thriller vissuto dal Frosinone: il pubblico rumoreggia dinnanzi ad una squadra che non riesce neanche ad effettuare un lancio lungo o un passaggio corto. Ne approfittano gli ospiti, anzitutto per non disperdere più energie di quante bastino, ma anche per trovare il poker: ancora Zapata protagonista, al 64′. Da segnalare sul conto dei ciociari soltanto una giocata estrosa ma solitaria firmata Andrea Pinamonti: buon aggancio, ottimo dribbling smarcante e pallonetto leggermente alto a tu per tu col portiere. Per il resto, Sportiello fa quel che può: quel che non fa non può. E al 73′ il solito Zapata trova il quarto gol personale: 0-5, Frosinone al tappeto e con propsettive infernali.

IL TABELLINO:

FROSINONE 0-5 ATALANTA
Marcatori: 
10′ Mancini, 43′ Zapata, 47′ Zapata, 64′ Zapata, 73′ Zapata (A).

FROSINONE (3-5-2): Sportiello; Brighenti, Goldaniga, Krajnc; Ghiglione, Chibsah, Maiello, Valzania (dal 58′ Cassata), Molinaro (C) (dal 54′ Beghetto); Campbell (dall’84’ Matarese), Pinamonti.
A disposizione: Marciano, Iacobucci, Gori, Sammarco, Salamon, Besea, Verde.
Allenatore: Marco Baroni.

ATALANTA (3-4-2-1): Berisha; Toloi, Djimsiti (dall’82’ Reca), Mancini; Hateboer, De Roon (dal 74′ Kulusevski), Pasalic (dal 59′ Pessina), Castagne; Ilicic, Gomez (C); Zapata.
A disposizione: Rossi, Gollini, Masiello, Palomino, Gosens, Tumminello, Barrow.
Allenatore: Gian Piero Gasperini.

ARBITRO: Daniele Chiffi di Padova.
Assistenti: Mauro Tonolini di Milano – Giovanni Di Liberatore di Teramo.
Quarto uomo: Alessandro Di Paolo di Avezzano.
Responsabile VAR: Maurizio Mariani di Aprilia.
Assistente VAR: Ciro Carbone di Napoli.

NOTE – Ammoniti: 84′ Ghiglione, 89′ Matarese (F).

fonte tuttofrosinone.com

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By marcodalmen


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