Donati: “L’Atalanta può tornare in Europa”

16-01-2019 09:10 8 C.

Massimo Donati in campo con la maglia dell'Atalanta nel 2007 AP

Dea, quanto sei bella da vedere”. Più che un’analisi tecnica, un vero e proprio elogio. Detto da chi, a Zingonia, è cresciuto come uomo e calciatore. È Massimo Donati, settore giovanile con l’Atalanta e 92 presenze (con 5 gol) in Prima Squadra. Anni belli, che nel 2001 gli spalancarono le porte del grande Milan: “Un fallimento, purtroppo”. E qui spiega cosa fa la differenza per un giovane che fa un salto tanto importante: “La testa è tutto. Prendete Jorginho, con me a Verona. Lì non avrei mai immaginato di vederlo, oggi, a certi livelli. Buona tecnica, peccava nel fisico, ma carattere pazzesco. Infatti andò a Napoli e ora è un titolarissimo del Chelsea”. Ex centrocampista classe ’81, Donati ha ormai appeso gli scarpini al chiodo. Commentatore per Dazn, il suo futuro sarà in panchina: “Sono in Scozia col patentino Uefa A. Qui posso allenare in ogni categoria, in Italia per ora non oltre la Serie C. Tornare un domani a Zingonia? Sarebbe bellissimo, un cerchio che si chiude”.

“Inizio tosto dopo Copenaghen, ma poi è ripartita. Che gioco, ottime prestazioni, mette in difficoltà chiunque. Per fare il salto definitivo, però, non bisognerà fallire contro le medio-piccole, vedi il k.o. di Empoli”.
Intanto, a Cagliari, sono arrivate altre risposte importanti.
“Gara giocata bene. Come al solito, la squadra ha creato tanto secondo il proprio calcio, molto propositivo”.
Si parla spesso di Pasalic, soprattutto in ottica mercato: merita fiducia?
“Dovrebbe essere il Cristante dell’anno scorso. Caratteristiche anche simili, ma finora non ha reso secondo le aspettative”.
Lei conosce bene Gasperini.
“Uno dei top in Italia. Insieme a Palermo, ricordo il suo coraggio. Non andò bene come risultati, ma la mentalità era chiara. Mi impiegava da difensore centrale. Queste sono le sue idee, assolutamente innovative. E non ha paura a lanciare i giovani”.
 
A proposito, il suo consiglio per chi lascia Bergamo.
“Il salto in una big è tosto. A Zingonia non ci sono pressioni, con Inter, Milan e Juve non puoi sbagliare. Lo provai sulla mia pelle, fallendo la chance in rossonero. Il carattere è tutto. L’esempio è Jorginho, che personalità. Con l’Hellas non avrei mai pensato di vederlo a questi livelli con il Chelsea”.
Mancini piace in Italia e all’estero.
“Bel giocatore, ragazzo serio con la cultura del lavoro. E poi segna, mamma mia quanto segna. Per un difensore, 4 gol sono tanta roba…”.
Nel suo ruolo De Roon e Freuler sono certezze.
“Perfetti insieme, l’uno completa l’altro e viceversa. Marten è più ‘classico’, uno di quelli che fa legna. Per Remo, invece, stravedo. Sa fare tutto, è il prototipo del centrocampista moderno”. Il tridente d’attacco è uno dei 2-3 migliori della Serie A? “Sulla carta, senza dubbio. Purtroppo pecca in continuità. Gomez a parte, che fa la differenza anche quando non è al top, c’è Ilicic. Un fenomeno, ma a volte fatica, mentre Zapata è esploso solo a dicembre. Speriamo continui così”. Via Coppa Italia o Serie A: Europa possibile? “C’è tutto per la terza qualificazione di fila. Parliamo di una società top, in campo e fuori. Giusto aver fiducia”.
fonte gazzetta.it
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By marcodalmen


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