Il grande sogno.

25-07-2020 13:00 1 C.

Lo squillo del telefono, interruppe il silenzio nella stanza.

Il caldo e ventoso pomeriggio sulla spiaggia di Badesi, nel nord della Sardegna, suggeriva un’oretta di relax in stanza, mentre gli imperterriti kite surfers continuavano a sfruttare il maestrale.

Dall’altro capo Beppe, con quel suo tono sempre allegro, di chi porta buone notizie e vuole godersi il momento, gustandosi la reazione del suo interlocutore.

La novità in effetti mi riempì non solo la giornata ma la settimana, l’estate e tutte le settimane per i successivi 5 anni.

Era agosto 2015 e mettendo in conto qualche sacrificio, la mia piccola di 12 anni era stata arruolata tra le fila della formazione esordienti del Mozzanica, le prospettive, già rosee per esser entrati in una società che militava da protagonista nella serie A femminile, divennero entusiasmanti, per via di una serie di norme che tendevano a favorire il calcio femminile, le società professionistiche di calcio dovevano inserire nei loro organici una squadra under 12 femminile e pian piano, far crescere questo progetto, fino alle Allieve (under 17).

Ebbene l’Atalanta aveva scelto la nostra squadra e la società della bassa fu ben lieta di affidarla a Zingonia.

L’avventura iniziava sulle ali dell’entusiasmo, vestire i colori nerazzurri per tutte era un motivo d’orgoglio mentre per mia figlia era come giocare libera da ogni cosa, praticamente nuda essendo per lei una seconda pelle. Le ragazze selezionate sapientemente da Beppe e Stefano formavano un’ottima squadra, capace di tener testa ai maschi negli anni in cui erano previsti campionati misti e di confermarsi sempre ai vertici sia nelle giovanissime che nelle allieve.

Man mano che passavano le stagioni, le più grandi uscivano dal progetto, le 2000, le 2001 quindi le 2002 ed infine quest’anno le 2003.

La proprietà aspetta il professionismo, per ora si limita ad adempiere agli obblighi federali, qualche minimo rimorso nel mandar via atlete formate per 5 anni e appetite da tante squadre, ma il boccone amaro si sopporta, tenuto conto che nulla porta, ne in più ne in meno alle casse societarie.

Niente soldi ma per chi ha creduto nel progetto e sperato che fosse l’anno buono per avere una prima squadra femminile, tanta delusione e una promessa non mantenuta.

Non potendo però far altro che prender atto della decisione assunta, si cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, questi anni sono stati fantastici, emozionanti, personalmente poter varcare i cancelli di Zingonia, per far firmare il tesseramento a mia figlia, parlare con Costanzi, Buonaccorso, Finardi, i medici, i segretari, e tutte le persone che  ruotano attorno a questa magica industria dello spettacolo sportivo, è stato un premio insperato. Aver avuto allenatori che credevano nelle ragazze, che le hanno fatte crescere nel vero spirito dell’Atalanta, educate, rispettose, corrette sia in campo che fuori, ragazze che per essere atlete hanno rinunciato agli svaghi della loro giovane età, hanno rifiutato piccoli vizi, sono state costantemente attente a tavola, si sono dimostrate all’altezza dei colleghi maschi sia per bravura che per professionalità.

Merito di ciò è di chi ha guidato questi gruppi, di chi le ha formate, superando i pregiudizi della gente e difendendole in ogni momento.

Da un primo periodo di indifferenza, anche in società hanno iniziato a notare che il movimento stava crescendo e che richiedeva sempre più risorse ed attenzione, ma al contempo dava anche grandi soddisfazioni. Tornei, campionati, selezioni nazionali, rivalità con top team del panorama nazionale, stanno a certificare l’ottima qualità del lavoro svolto da scouting, staff tecnici, staff sanitari e dirigenti.

Purtroppo questo sport propone sempre cambiamenti, le squadre si modificano, si miscelano diverse annate, si provano nuove esperienze, tutto fa parte di un percorso di crescita che porterà qualcuna di loro ad emergere.

Qualche soddisfazione affiora già, Zanchi al Monza; Zanoli alla Fiorentina; Baruffaldi, De Maio e Colombo V. alla primavera dell’inter; Madaschi e Limonta in quella dell’Orobica; Doneda e Casarasa per la primavera dell’Hellas; Lumina, Paris e Noris nella Juniores del Brescia; Galdini, Zanini, Sorelli alle giovanili del Milan; stanno già a testimoniare la validità della scuola nerazzurra.

Per questo motivo spero che al momento giusto, un bel giorno, anche le Atalantine possano avere una casa e una prima squadra per cui giocare, per ora è giusto ringraziare per il tempo, le risorse, la qualità e la serietà con cui la società ha adempiuto all’obbligo federale. Personalmente spero che quanto appreso sui campi del Centro Bortolotti serva altrove a metter in mostra quanto sono forti le nerazzurre nella speranza di tornare ad onorare la maglia più bella del mondo.

FORZA ATALANTA

FORZA RAGAZZE, I SOGNI SI AVVERANO SOLO QUANDO CI SI SVEGLIA, ALTRIMENTI RESTANO TALI!

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By Cuginus


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Francesco64
Francesco64
25 Luglio 2020 14:11

“ Aver avuto allenatori che credevano nelle ragazze, che le hanno fatte crescere nel vero spirito dell’Atalanta, educate, rispettose, corrette sia in campo che fuori…”

Non disperdiamo questa ricchezza. Vale più di 11 Messi e Ronaldi ogni anno. Grazie per la testimonianza e tantissimi auguri alla piccola!

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