Intervista a Zapata da Dazn

19-01-2019 18:10 7 C.

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“Questo è il periodo più importante della mia carriera. Ho segnato 50 gol in Serie A, min****!”

“In realtà mi chiamo Duvàn, con l’accento sulla “a”. Qui in Italia mi chiamano Dùvan ma mi sono abituato. Sulla maglia scrivo “Duvàn” perchè di Zapata c’era già Cristian del Milan e Duvàn è un nome particolare, specie in Italia. Mi ha suggerito di far così il presidente De Laurentiis: mi ha dato l’idea e mi è piaciuta”.

“Mi chiamano in tanti modi: Il Panterone, il Toro. Non ho un soprannome fisso ma se devo sceglierne uno scelgo “Il Panterone””.

“Mi sono stupito di me stesso dopo i miei 9 gol consecutivi. Ho fatto un po’ di fatica quando sono arrivato, ho dovuto assimilare concetti che non avevo mai sentito in dieci anni di carriera. Gasperini mi chiede di non giocare sempre spalle alla porta e solo di sponda, per lui devo essere posizionato bene con il corpo, piu’ orientato verso la porta per approfittare degli spazi. All’inizio mi diceva: “Guarda, Duvàn, devi giocare in modo diverso, non si fa più come sei abituato, qui si gioca così e per noi è fondamentale che tu lo faccia”. A me piace allargarmi sull’esterno, per prendere spazio e lanciare avanti il pallone, così sfrutto la mia potenza e la mia forza”.

“Il mio gol più bello è quello alla Juve, contro Bonucci, un top del ruolo. E forse ho un rapporto “speciale” con lui, visto che quando ero all’Udinese avevo segnato superandolo di potenza”.

“Giocare con Gomez e Ilicic è determinante, possono creare occasioni in qualsiasi momento. Se non segno con loro, non segnerò mai più nella mia vita!”

“Il mio obiettivo è fare meglio dell’anno scorso, quando ho segnato 11 gol. Ora sono a 10 in campionato e voglio segnare il più possibile”.

“Benitez mi chiedeva di avere grande mobilità sulle gambe, di essere reattivo, di giocare sempre con velocità il pallone negli spazi stretti. Da Giampaolo ho imparato tanto: con lui devi muoverti sempre in relazione a ciò che fa l’altra punta. Se l’altra punta è lato palla, ad esempio, devi essere velocissimo ad attaccare la profondità”.

“Cerco di essere un padre molto affettuoso, cerco di insegnare i valori che realmente contano nella vita, in primis la famiglia. Non è facile, a volte impazzisci…meno male che c’è la scuola!. Povera mia moglie, lei nel weekend rimane con loro e non è semplice (sorride). Forse è piu’ difficile fare il padre che l’attaccante con Gasperini. I miei compiti a casa? In cucina, meglio di no! Mi occupo dei bambini: gli faccio lavare i denti, gli metto il pigiama, li faccio addormentare. A volte gli racconto una storia prima di dormire: alcune in italiano, altre in spagnolo, come piace a loro”

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By Fabry98


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