La Dea del Sultano di Casteddu

20-11-2018 14:15 20 C.

brunei2A dire il vero il blu sulla bandiera del Brunei, qui a fianco, non esiste, in realta’ e’ ancora giallo come la parte superiore. Ma ci sembrava giusto affiancare il blu alla fascia nera centrale perche’ questo stato asiatico è strettamente legato alla storia qui sotto e se uniamo il blu al rosso dello stemma, come quello della citta’ di Casteddu, (Cagliari in sardo), tutto torna.

Ci e’ arrivata una lettera, da Lorenzo, atalantino sfegatato “in esilio”. Eccovi la sua storia

 

 

Dal sultanato del Brunei con furore!

Ciao Staff,
questa volta è il mio turno di raccontarVi il mio amore per la Dea!

Seguo la community da circa 2 anni e volevo condivere con Voi il mio erssere atalantino!

Mi chiamo Lorenzo, vivo in Sardegna nel cagliaritano da una ventina d’anni, sposato con un’autoctona ed ho 4 meravigliosi figli maschi.

Nascevo 41 anni or sono in un luogo che allora era veramente “fuori dal mondo“, il sultanato del Brunei nell’isola del Borneo, dove ci sono rimasto fino ai 5 anni, da papà bergamasco doc, nato a Treviolo e vissuto a Curnasco e una piccola parentesi al villaggio degli sposi prima di cominciare a girare il mondo, per lavoro.

Mio papà, che è salito in cielo da ormai 13 anni, mi ha lasciato in eredità l’amore sfegatato per la Dea! Ho vissuto a Roma per circa 15 anni, intervallato da 1 anno nella terra dei bauscia,ed ho sempre professato anche da ragazzino, non con poche difficoltà, la mia fede calcistica. Ogni volta che potevamo vedere la Dea
mio papà mi portava allo stadio (appuntamento fisso all’Olimpico dove qualche soddisfzione ce la siamo tolta), ma capitava che andavamo a vedere anche qualche trasferta: ricordo una trasferta vincente ad Ascoli organizzata in 10 minuti. Ero presente a Bergamo anche per la sfida salvezza con la Reggina sotto il diluvio
universale, che ci condannò alla serie B con arbitro il “crapa pelata“ e perdemmo l’aereo perchè la partita fu spostata di un giorno: ricordo con piacere che in quella circostanza mio papà fu intervistato da un’emittente locale all’uscita dallo stadio, dichiarando che venivamo apposta da Cagliari per vedere la nostra Dea!

Ora non faccio altro che provare a trasmettere il mio amore verso l’Atalanta ai miei figli. Quando le finanze lo permettono non perdiamo occasione di seguirla, e vi assicuro che muoversi dalla Sardegna ogni volta è un salasso.

Naturalmente l’appuntamento fisso è alla Sardegna Arena (sempre mazzate ultimamente!), ma l’esperienza più bella – non per il risultato finale – è stata al Mapei Stadium contro il Dortmund dove ho portato per la prima volta in trasferta i miei due figli più grandi (5 e 6 anni).

La soddisfazione più grande però me l’ha data il piccolino… secondo voi qual è la prima parola che ha pronunciato? ATALANTA! Mia moglie era incavolata nera, ma io ero felicissimo!!!!

Quando la Dea gioca, sto male, una tensione indicibile e se disgraziatamente perde divento subito di cattivo umore! Quando siamo tutti davanti alla TV e segna penso che ci sentano ad un miglio di distanza…i bambini urlano tutti e cominciano a correre per la casa a festaggiare.

Il Gasp ha fatto proprio un gran lavoro, vederla giocare contro l’Inter domenica scorsa è stato da orgasmo!

Un saluto a tutti!

Lorenzo L.

 

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By Staff di Atalantini.com


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