Mancini intervistato da DAZN (con VIDEO)

16-02-2019 15:15 1 C.

INTERVISTA DI GIANLUCA MANCINI A DAZN

 Parente del CT Mancini? Me lo chiedono in tanti. Anche quando andavo in prima squadra alla Fiorentina, gli allenatori pronunciavano il mio cognome e i miei ex compagni, fra questi anche Ilicic, mi prendevano in giro. Ma io dicevo sempre che, se fossi stato il figlio del mister, avrei fatto altro.

Sui gol segnati: Credo sia una dote naturale, mi alleno per questo, ho sempre segnato gol anche a livello giovanile. Certo, quando giochi con Ilicic, Papu, Zapata, Freuler, con gente che ha i piedi buoni, quando arriva un cross, arrivano palloni perfetti solo da spingere in gol.

Esultanza? Non ci penso, non voglio averne una mia. Anche perché a volte faccio esulto in modo brutto: mi sono rivisto, l’esultanza di Frosinone è stata bruttina (ride). La più bella è stata contro l’Inter, sono andato sotto la Curva dell’Atalanta: bellissimo.

I movimenti dei difensori di Gasperini: Cerchiamo gli inserimenti a sorpresa: devi essere bravo a capire quando e come andare in avanti, con i tempi giusti. Gasperini ci chiede di andare avanti per creare superiorità numerica, spesso i difensori sono più portati nel gioco aereo e in area di rigore hanno più cattiveria. Chiaro, se affronti una squadra importante, lo fai meno frequentemente ma cerchiamo comunque di farlo per costringere gli attaccanti a correre all’indietro.

Step di crescita: A volte non penso. Penso solo ad andare, non leggo bene certe situazioni, sono troppo aggressivo. Gasperini mi riprende per il mio sprint: devo correre meglio e di più.

Nazionale e prima convocazione: Dopo la partita con l’Inter, andai in Under 21, nonostante una botta presa. Di Biagio si è avvicinato e mi ha detto che c’era la possibilità che qualche giovane andasse in nazionale maggiore. Pensai: “E se tocca a me? Sono infortunato, cosa faccio non vado?”. Mancini voleva me: la botta sparì, non sentivo più dolore. Per prima cosa chiamai la mia compagna, ero molto emozionato, mi sentivo come al primo giorno di scuola. Chiellini, il primo giorno, sul pullman, mi vide e mi abbraccio. Siamo entrambi toscani, io conosco bene suo fratello, mi fece tanti complimenti.

Da piccolo tifavo Inter: tutta la mia famiglia è dell’Inter. Avevo il poster di Materazzi, mi piaceva Ronaldo e avevo, grazie a mio padre, anche il poster di Bobo Vieri. Non penso a un futuro all’Inter, sono in una società fantastica. Paragono l’Atalanta all’Inter, siamo una squadra molto forte: essere qui è un sogno.

Contro Insigne e Mertens è stata durissima, si muovono sempre, si scambiano la posizione tra di loro, vanno dentro, vanno incontro, non sai mai cosa aspettarsi.

Piatek sta facendo grandi cose, sta dimostrando di far gol anche lontano dal Genoa. Ci ha già fatto gol, speriamo non segni alla prossima. E che qualche pedatina gli si possa dare…

Duvan Zapata è impressionante: a volte sei in vantaggio con il corpo ma gli basta aprire un braccio per prendere il pallone. Quando va via in velocità, con quel fisico lì, non lo fermi mai.

Tatuaggi? Ne ho tanti. Specie uno legato a Materazzi, un 23: lo vedevo come un vero combattente, un vero leader, oltre le doti tecniche.

Soprannome? Mancio, per tutti, anche per la mia compagna. Qualcuno mi chiama Gianlu, ma a volte non mi giro neanche. Per tutti sono Mancio e basta.

(grazie a Pietro C. per la collaborazione)

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By Staff di Atalantini.com


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