Papu Gomez: “Europa, dispiace per i tifosi e la società”

15-09-2018 17:00 4 C.

papuIl Papu Gomez, attaccante dell’Atalanta, parla quest’oggi al Corriere di Bergamo analizzando vari temi dell’attualità nerazzurra: “Che cosa non ha funzionato contro il Copenaghen in Europa League? Non abbiamo fatto gol nonostante le occasioni create. Mi riferisco soprattutto alla gara di andata. Ma anche al ritorno: basta ricordare il mio palo su punizione o le parate su Pasalic. Il calcio è così. Ci sono giorni in cui segni 8 reti al Sarajevo, 4 all’Haifa o 3 alla Roma, altre in cui il portiere non lascia passare nulla. Delusione smaltita? Piano piano se ne sta andando, ma dispiace soprattutto per i tifosi e per la società che quest’anno ha fatto un grande sforzo sul mercato. Dopo quella partita è arrivata la sconfitta di Cagliari? Per me non è figlia dell’eliminazione. Non credo ai contraccolpi psicologici. Contro i sardi è stata una partita strana perché hanno trovato un gol casuale appena prima dell’intervallo. Poi si sono chiusi dietro ed è stata dura. Oramai negli ultimi due anni chi arriva a Bergamo si mette in trincea per ripartire. Comunque è stata l’unica sconfitta in nove match. E il campionato è appena iniziato”.

“Chi tra i giovani come i vari Barrow, Pessina o Valzania mi ha colpito di più? Quasi quasi non rispondo, perché di solito quello che indico a fine stagione viene venduto (altra risata, ndr). Valzania e Pessina sono bravi, ma devono ancora crescere in fisicità, perché la Serie A è diversa dalla B. Ti dà inoltre meno tempo di pensare alla giocata. Musa è migliorato tantissimo negli ultimi mesi. Con Zapata è cambiato il modo di giocare? Duvan ha sempre giocato con una spalla, ma a tre il suo lavoro deve essere quello di aiuto della squadra. Si sta applicando, non è facile entrare negli schemi del mister”.

“Senza Europa abbiamo un attacco troppo affollato? Se sia un problema o una risorsa dipenderà dalla stagione, se si rivelerà positiva o meno. Comunque non vorrei essere nei panni del mister (ride, ndr). In attacco il club si è affidato, a differenza degli anni scorsi, a gente di esperienza, come Zapata e Rigoni, un talento che vuole dimostrare di essere all’altezza di un campionato difficile come il nostro. Io sono rimasto? Ogni anno si parla di un mio trasferimento. Io capisco il club, perché sono un suo patrimonio, sia tecnico che di immagine. Io sono sempre stato chiaro: per muovere me, la mia famiglia e i miei progetti extra calcio serve che arrivi una big e che accontenti le richieste della società”.

Fonte: tmw.com

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