Quei sentimenti neri, quel talento: Josip Ilicic ha dimostrato che umano e divino non si escludono

04-09-2022 19:45 20 C.

Ancora su Ilicic. Stanchiamo? puo’ darsi, ma un giocatore come lui con la nostra maglia si e’ visto poche volte. Quello qui sotto è un articolo di Andrea Romano de “Il Fatto Quotidiano”. Ringraziamo “dagliStates” per avercelo suggerito


Gli amori più felici sono quelli che finiscono. Si mettono al riparo dall’usura del tempo, evitano di dover intingere il passato nel risentimento, consentono di ricordarsi per quello che si è stati davvero. Una regola che è stata elevata a sistema giovedì sera, quando Josip Ilicic e il popolo della Dea si sono guardati negli occhi per dirsi addio. Poco più di cinque minuti per chiudere negli scatoloni cinque anni fitti, fatti di tocchi di velluto e di vittorie sorprendenti. Ma anche di paure, di cadute, di sentimenti neri come il catrame. Tutto vissuto senza perdere mai quell’empatia reciproca, quel prendersi cura l’uno dell’altro che è stato il minimo comun denominatore del tempo trascorso insieme. Una storia troppo importante per chiudersi con un banale lieto fine. Tutto ruota intorno a quel tempo verbale. Non più indicativo presente ma passato prossimo. Da oggi Josip Ilicic è stato molte cose per l’Atalanta. E tutte insieme.

Uno scalino temporale che innalza il talento dello sloveno verso la leggenda. Almeno a Bergamo. Perché quel fantasista dalle gambe fine come uno spaghetto non è solo l’uomo che ha contribuito in prima persona a scrivere la storia del club nerazzurro. Josip è riuscito a fare molto di più. Ha trasformato la sua vicenda personale in una vicenda collettiva. Un calciatore che ha dimostrato che umano e divino non si escludono vicendevolmente, ma possono convivere all’interno di una stessa entità. Ilicic è il più imperfetto degli dei del calcio moderno, un ossimoro in maglietta e pantaloncini. Uno capace di far vorticare il suo talento in una partita per poi metterlo in letargo, di alternare giocate abbacinanti e prestazioni ectoplasmatiche. Tutta la sua esistenza sembra tesa a dove confermare il verso di Cesare Pavese: “È un gioco rischioso prender parte alla vita”.

È una lezione che impara nel momento stesso in cui viene alla luce. Quando apre gli occhi suo padre già non c’è più. È stato ucciso da un vicino serbo che non apprezzava particolarmente le sue origini croate. Cose che succedono in quel generatore di solitudini che è stata la guerra dei Balcani. Un incipit crudele che indirizza una vita, che trasforma il cuore in quello strumento “scordato” descritto da Eugenio Montale. Chi entra in contatto con lui racconta della dualità della sua anima. Nello spogliatoio lo chiamano “la nonna”, per la sua abilità nel lamentarsi sempre di qualche acciacco. Ma quando si scioglie diventa simpatico, a volte irresistibile. Walter Sabatini, uno che ha detto di aver visto il paradiso e di averlo trovato incredibilmente simile a un supermercato, lo segue su segnalazione del figlio di Delio Rossi, Dario. La prima impressione è complessa. “In stato di grazia era un fenomeno – ha detto tempo fa alla Gazzetta – ma era un po’ ombroso, sembrava non fosse mai felice. Mostrava una certa indolenza, faticava a socializzare per via della sua timidezza”. È una condizione che lo accompagnerà per tutta la vita.

A Palermo si celebra l’ostensione del suo talento al mondo intero. Segna, manda in porta gli avversari, si eclissa. Credere al suo talento vuol dire scommettere pure sapendo di poter essere traditi da un momento all’altro. A Firenze va decisamente peggio. “Gli insulti che prendeva nel corso del tragitto dal centro sportivo al campo erano una cosa incredibile – ha raccontato Daniele Pradé – Andò in depressione e dopo quattro mesi voleva già andare via”. Invece in Viola ci resta 4 anni. Il suo addio nel 2017 ha il gusto amaro della liberazione reciproca. “A Firenze mi davano per finito”, dirà qualche tempo dopo. L’Atalanta è il luogo della rinascita. Lui e la squadra si prendono per mano e corrono verso risultati insperati. Prima l’Europa League. Ma soprattutto la Champions. Il 19 febbraio 2020 il suo talento trova la sublimazione. La Dea gioca al Mestalla di Valencia. Josip firma il primo gol. E poi segna ancora. E ancora. E ancora. L’Atalanta vince 3-4 e vola ai quarti di finale.

È in quel momento che Ilicic inizia a soffrire di vertigini. Bergamo è la città più flagellata dal Coronavirus. Le immagini sono strazianti. Carri dell’esercito portano via uomini e donne che si sono trasformati in salme. Josip guarda e non trova spiegazione. Osserva e inizia a sentire un senso di oppressione che lo porta a mettere tutto in secondo piano. Il calcio non è più una priorità, almeno per il momento. Torna in Slovenia per ritrovare sé stesso, per avere di nuovo un posto da chiamare casa, mentre nessuno intorno a lui riesce a capire la profondità del suo disagio, mentre i giornali fanno serpeggiare illazioni e dicerie. Quando si sente pronto torna indietro. Sono passati mesi. Ma solo sul calendario. Perché in campo è ancora la stessa storia. Josip illumina ancora. Josip risplende di nuovo. Fino ad arrivare a un nuovo apice: il gol segnato ad Anfield contro il Liverpool, in Champions League. “Il peggio, una volta sperimentato, si riduce con il tempo a un risolino di stupore”, scrive Aldo Busi nel suo Seminario sulla Gioventù. Per Ilicic non è così.

A dicembre riprende a danzare con i suoi fantasmi. Tutto è di nuovo così pesante. “La nostra testa è una giungla”, commenta in modo benevolo Gasperini. E ha ragione. Josip non gioca più. Da gennaio fino al 20 maggio, quando il suo allenatore non lo butta dentro contro l’Empoli. Sono gli ultimi dieci minuti dell’ultima giornata di campionato. È un gesto più simbolico che pratico, un modo per abbracciarsi ancora dopo tanto tempo. Sul gong del mercato arriva il finale che nessuno sognava ma che tutti avevano intuito. Ilicic rescinde il suo contratto. Andrà a giocare chissà dove, alla ricerca di nuovo dell’adrenalina e del colpo a effetto. “Grazie per l’affetto che mi dimostrate sempre. Insieme abbiamo fatto al storia e la storia non sarà mai dimenticata. Sarete sempre nel mio cuore”, scrive ai tifosi. E loro l’altra sera hanno scritto a lui. Vernice colorata su un telo bianco. Fino a formare la frase: “Per quei tocchi così magici che ci hanno fatto venire i brividi. Grazie Ilicic”. Non c’è altro da dire. Non ci sono altre lacrime da versare. Ilicic esce dal Gewiss Stadium verso il suo destino, personaggio in cerca di un altro autore, di un club che gli regali gli ultimi frammenti di gratitudine. “Dio solo ha il privilegio di abbandonarci. Gli altri ci mollano”, scrive Cioran. E ieri sera Josip Ilicic si è tolto la soddisfazione di smentirlo.

Quei sentimenti neri, quel talento: Josip Ilicic ha dimostrato che umano e divino non si escludono

 

 

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By Staff di Atalantini.com


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ReMo
ReMo
5 Settembre 2022 00:10

Tutti noi risalendo con la memoria ai primi anni di vita, riviviamo le tante volte in cui abbiamo richiesto, alla persona adulta che si trovava con noi, di raccontarci una favola. La narrazione, come tutti i racconti orali, non manteneva identiche sequenze ed anzi, a seconda del dicitore , insisteva su taluni aspetti della vicenda, anzichè su altri. Motivo in più di rendere sempre appassionante un canovaccio che, di volta in volta, assumeva aspetti diversi, facendo in maniera che le richieste di bis , si accodassero , l’una al’altra, senza soluzione di tempo. Crescendo abbiamo trovato una lettrice di favole,… Leggi di piu' »

ReMo
ReMo
5 Settembre 2022 00:13
Reply to  ReMo

Correggo: moivo leggi motivo.

moreto
moreto
5 Settembre 2022 06:48
Reply to  ReMo

REMO . APPLAUSI !

abroatan
abroatan
4 Settembre 2022 23:07

no, neanche io mi stanco di leggere articoli su di lui!
Da quando vedo la Dea lui e’ stato il migliore in assoluto, magico , la storia si scrive con tinta indelebile che non si cancella mai e lui rimarrà’ per sempre!

E-E-Evair
E-E-Evair
4 Settembre 2022 22:29

Bell’articolo. Su Josip Staff non stancherete mai.
Questo connubio estasi e fragilità fa venire sempre la pelle d’oca.

Fortunati non ad averlo vissuto ed averlo visto con la nostra maglia.

barbudos72
barbudos72
4 Settembre 2022 21:53

Bepi quanto ci mancheranno le tue magie.

Alexfolle
Alexfolle
4 Settembre 2022 21:41

Un bel pezzo di giornalismo, ho apprezzato. E’ evidente che non stiamo parlando di un qualsiasi giocatore ma probabilmente del calciatore che ci ha regalato giocate pazzesche a volte incomprensibili per noi umani.

maurom72
maurom72
4 Settembre 2022 21:38

Il saluto ad Ilicic dell’altra sera è una delle cose più vere e spontanee a cui ho assistito, purtroppo solo dalla TV, in un campo di calcio… brividi

Alexfolle
Alexfolle
4 Settembre 2022 21:42
Reply to  maurom72

è stato un saluto vissuto da tutti, non come la solita formalità, con un livello emotivo altissimo

snake1907
snake1907
4 Settembre 2022 21:26

Semi OT: speriamo che un bel video con la raccolta di tutti i gol di Ilicic la società lo faccia uscire!

michi1907
michi1907
4 Settembre 2022 21:35
Reply to  snake1907

brunik di solito fa uscire qualcuna delle sue perle

Boh
Boh
4 Settembre 2022 21:20

Stupendo da pelle d’oca è così

Oscar1962
Oscar1962
4 Settembre 2022 20:52

Gran bell’articolo.
Meno male ogni tanto qualcuno che sa scrivere.

dolcissimo2
dolcissimo2
4 Settembre 2022 20:49

Questa e la mia rabbia maggiore,Ilicic e l’atalanta del papu gosens zapata ecc avrebbero potuto scrivere una pagina memorabile nella storia del calcio.A Lisbona nella final eight contro il PSG nella sera piu grande della ns storia lui non c’era.Imprigionato nella sua debolezza mentale dove le responsabilita’ non si sentono piu.Quello che poteva essere che rabbia!

dagliStates
dagliStates
4 Settembre 2022 21:39
Reply to  dolcissimo2

La rabbia lasci posto al rispetto per l’uomo. È vero, non è andata come poteva, ma sono contento che lui sia riuscito a tornare, seppur acciaccato. Conosco qualcuno che, purtroppo, da certe esperienze non è più tornato…

ReMo
ReMo
4 Settembre 2022 21:56
Reply to  dagliStates

Saggio e signore. Come d’abitudine,

dagliStates
dagliStates
4 Settembre 2022 20:41

È raro che io trovi un articolo degno di nota. Questo lo è e mi fa venire gli occhi lucidi ad ogni lettura.

moreto
moreto
4 Settembre 2022 22:09
Reply to  dagliStates

Vero ! Brao DAGLISTATES !
👏👏👏

ronny52
ronny52
4 Settembre 2022 20:18

Grazie staff per questo articolo che ci ha ricordato alcuni episodi fondamentali della vita di Josip.

moreto
moreto
4 Settembre 2022 20:10

Articolo che risveglia in noi tutti i sentimenti vissuti raccontati da ognuno di noi . L ‘ho già scritto e lo rifaccio : la sintesi è “ il tormento e l estasi “
Grazie ancora fratello JOSIP !

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