“Quo Vadis Dea?” – Gasp, che tensione!

25-01-2018 04:50 52 C.

SOSTA INDIGESTA

L’Atalanta si appresta a vivere uno dei periodi più importanti della sua storia, una serie di partite in cui i risultati non sono fini a sé stessi, ma possono contribuire ad affrontare nel modo migliore anche i successivi impegni.

Per questo motivo la sosta era temuta: ricaricare le pile va bene, ma interrompere un ritmo forsennato che ci aveva appena portato a due vittorie incredibili a Napoli e Roma nascondeva il rischio di un rilassamento oltre le righe. Il Gasp aveva preparato una scaletta di allenamenti personali che i singoli giocatori avrebbero dovuto rispettare, ma evidentemente le vacanze portano come sempre qualche distrazione di troppo.

Il conto lo abbiamo pagato fortunatamente contro la prima in classifica, quel Napoli che teneva molto a riscattarsi e per questo aveva anticipato la preparazione alla partita. Non ci ha dato nessuna lezione di gioco, anzi ha giocato da provinciale con una impostazione difensiva molto accorta, di fatto snaturando il suo modo di giocare. La partita non è stata affatto spettacolare, con pochissime occasioni da rete, e le polemiche sul gol in possibile fuorigioco e sull’esultanza esagerata dei partenopei, sia durante che dopo la gara, rendono l’idea di quanto rispetto ci sia adesso per un’Atalanta difficile da battere.

Tuttavia l’impressione è stata quella di un passo indietro, sia sul piano fisico che mentale, con i nerazzurri che, una volta passati in svantaggio, hanno creato troppo poco per impensierire Reina. Sicuramente la caratura dell’avversario e la sua attenzione difensiva sono elementi da considerare per la valutazione, ma un’Atalanta al top probabilmente sarebbe stata un osso davvero duro da superare, al contrario di quella ammirata domenica.

 

IL TEMPISMO DEL GASP

La conferma ci arriva direttamente dal Gasp, che questa settimana ha approfittato di un’intervista programmata, in vista del suo sessantesimo compleanno, per lanciare qualche freccia senza troppi timori, contro giocatori, staff e dirigenza.

Solo qualche giorno prima, alla Domenica Sportiva, aveva regalato parole al miele per Bergamo e i tifosi, anche se l’Atalanta non era stata il solo argomento su cui ha regalato spunti. E questo lancia un assist alla serie di ipotesi che si sono subito fatte tra addetti e tifosi, circa il motivo di tali affermazioni.

In effetti non hanno stupito più di tanto i concetti espressi, visto che non è la prima volta che il mister accenna ad alcune divergenze di opinione con il resto della dirigenza nerazzurra, ma le tempistiche in cui sono stati riportati su carta stampata.

Ma come? Stiamo per varcare le porte della storia dell’Atalanta e scegliamo proprio questo momento per lanciare il sasso nello stagno? Probabilmente andava fatto adesso, non c’è altra risposta. E solo tra qualche settimana capiremo se avrà fatto bene o male.

Scartiamo tutte le ipotesi legate alla possibilità di preparare il terreno a una sua dipartita. Per quanto sia chiaro che un allenatore del suo calibro possa essere un obiettivo concreto per molti club di prestigio non sarebbe da Gasperini, parliamo di un uomo che rispetta la parola data e viene rispettato anche dalle piazze da cui se ne è andato, rovinare un momento come questo per propri scopi personali. Se volesse andare alla Juventus ad esempio, perché avere tutta questa fretta?

Piuttosto si potrebbe analizzare una sua candidatura per la Nazionale, e qui ci ricolleghiamo alle parole pronunciate alla Domenica Sportiva: il mister è stato chiaro e ha fatto intendere che, per quanto difficile allenare giocatori saltuariamente, non sarebbe un ostacolo, visto che ci sono giovani interessanti da mettere in luce. Per lui sarebbe questione di progetto, più che di metodiche di allenamento. Insomma, chi meglio di lui potrebbe sfruttare l’enorme potenziale dei giovani italiani, seppur con il rischio di non poterli allenare tutti i giorni? Anche questa ipotesi viene a decadere per la situazione attuale: come si può parlare di progetto quando mancano ancora le candidature per i vertici del calcio italiano? Quindi possiamo anche lasciar perdere questa ipotesi.

Gasperini non vuole rompere con l’Atalanta per andare altrove, almeno non al momento.

 

IL PROBLEMA DELLE PUNTE

Parliamo quindi di situazione interna, e la cosa non è affatto meno grave. Anzi, è fonte di preoccupazione sapere che, in un periodo in cui tutto sembra andare nel migliore dei modi, Gasperini veda dei cambiamenti nei progetti iniziali.

Forse tutto è accaduto troppo in fretta, oltre ogni aspettativa, tanto da far pensare alla dirigenza di potersi accontentare. E il messaggio di Gasperini è chiaro, una volta tolto un possibile secondo fine: se torniamo a lottare per la salvezza io posso anche andarmene.

Chiaro che tutti i tifosi non vogliono credere in una società che non ambisca a migliorare, o perlomeno a mantenere vivo questo bel momento di grazia. Non ci sono stati nemmeno segnali da parte dei dirigenti per pensare a un ridimensionamento: investimenti nel vivaio, stadio nuovo in costruzione, rinnovi importanti ad alcuni giocatori, sono tutti segnali che vanno in direzione opposta.

Forse quella di Gasperini è solo preoccupazione per un clima di rilassamento che nota nell’ambiente, e che ha voluto destabilizzare per creare la giusta tensione in vista delle prossime, determinanti, settimane. Ricordate Mourinho? Nell’Inter creava tensioni attorno alla sua figura in modo programmato, in modo da mantenere sempre viva l’attenzione su di sé e sulla squadra: diceva che un allenatore deve anche fare questo, capire quando intervenire per distrarre l’opinione pubblica da altri problemi o semplicemente caricare di importanza le partite.

Gasperini ha evidenziato di non avere voce in capitolo per quanto riguarda il calciomercato, se non con piccole indicazioni, ma non si lamenta di questo. Ora però vuole una punta, e lo dice apertamente. Vero che con Vido erano tre, ma quanto ha giocato il terzo attaccante?

Sembra che qualcosa, dopo la prestazione a Roma, sia successo tra lui e Petagna, infatti il mister lo ha richiamato pubblicamente più volte da allora e con il Napoli non lo ha fatto scendere in campo. Non è un caso che ora dica apertamente che il titolare sarà Cornelius, e quando afferma “E se a Cornelius viene un raffreddore?” la rottura con il perno del nostro attacco pare totale.

Giocare questo mese con una sola punta è impossibile, quindi Petagna deve tornare utile alla causa il prima possibile. E se il mister non lo vede serve che arrivi un altro, prima di buttare via un’occasione così importante per penuria di attaccanti. Il messaggio pubblico del Gasp potrebbe anche essere solo uno sprone per quello che fino a poco tempo fa era il suo pupillo: stai attento, che se ti rilassi pensando di essere comunque il titolare, non solo mando in campo Cornelius, ma chiedo anche un altro attaccante per sostituirti.

Davvero crediamo che Percassi non voglia accontentare Gasperini, rischiando di perderlo? Qualcosa dietro sicuramente c’è, e lo scopriremo presto visto che il mercato sta per terminare.

 

TURNOVER NECESSARIO

Intanto incombe il calendario, e il ciclo di ferro si apre nel “nostro” stadio di adozione, a Reggio, contro un Sassuolo in ripresa.

Chiaro che una vittoria sarebbe un toccasana per l’ambiente prima dell’andata di Coppa Italia, ma il turnover annunciato da Gasperini resta una incognita non da poco. I nomi fatti non sono poi così indicativi: Palomino e De Roon non sono delle riserve, mentre Gollini e Mancini non dovrebbero alterare l’equilibrio di molto, seppure l’ultima volta in cui siano stati impiegati risulti la sconfitta clamorosa con il Cagliari.

In attacco i dubbi non sono pochi: se Cornelius ora è il titolare, verrà fatto rifiatare dando spazio a Petagna? O come con Napoli e Roma il danese sarà chiamato agli straordinari? Potrebbe trovare spazio anche il nuovo arrivato Rizzo, oppure Orsolini, visto che uno tra Gomez e Ilicic, entrambi non al meglio domenica, potrebbe essere risparmiato.

Sulle fasce Castagne e Gosens potrebbero trovare spazio a discapito di Hateboer e Spinazzola. Il futuro bianconero ora non ha più motivo di risparmiarsi, visto che si gioca il futuro alla luce delle ultime opache prestazioni: con la Juventus dovrà mettersi in mostra e dimostrare di essere un giocatore importante, visto che per la Juve è momento di decidere se puntare o meno su di lui il prossimo anno. Inutile mentire, abbiamo bisogno anche di lui se vogliamo spuntarla nella semifinale.

Cambieranno alcuni giocatori, ma a Reggio serve in ogni caso risultato e prestazione, per approcciare con il giusto entusiasmo e la giusta carica la partita fondamentale di martedì. Sarà per questo motivo fondamentale non distrarsi, come successo in passato, e ben venga il turnover se chi scenderà in campo penserà solo alla partita con il Sassuolo.

Per quanto riguarda noi tifosi, abbiamo già la testa al match di Bergamo. Viviamo un sogno alla volta, cercando di non guastarci il sangue per alcune piccole diatribe, probabilmente necessarie per il bene dell’Atalanta. Il primo obiettivo è arrivare al ritorno di Coppa Italia con la possibilità di passare il turno: regalarsi una vittoria sulla Juventus, dopo tanti anni, sarebbe il modo migliore per raggiungerlo.

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By Macciu


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