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esserino
20 Settembre 2025 | 14.08
padre
20 Settembre 2025 | 16.51
beernez3
20 Settembre 2025 | 14.18

Più volte qui sul sito l’ho criticato anch’io, e continuo a ritenere che l’Atalanta, dopo il ciclo irripetibile di Gasperini, potesse scegliere un allenatore con un profilo più alto. Però oggi mi sento di difendere Juric, perché secondo me si sta giudicando in maniera troppo superficiale.

Prima di tutto, i nove anni di Gasperini hanno alzato l’asticella a livelli che per una realtà come Bergamo erano impensabili. Dopo un’era del genere, chiunque sarebbe apparso inadeguato o confusionario, e la tentazione di fare paragoni è naturale ma rischia di diventare fuorviante.

Juric non è un improvvisato. A Verona ha fatto miracoli con rose costruite con pochi soldi, dando un’identità precisa e valorizzando giocatori che senza di lui non avrebbero mai fatto il salto. A Torino, con una società tutt’altro che semplice e sempre instabile, ha dato compattezza e ha riportato un certo spirito granata che sembrava perso. Le due esperienze negative dello scorso anno – Roma e Southampton – vanno lette nel contesto: parliamo di panchine prese in corsa, in situazioni disperate e praticamente impossibili da ribaltare. Esserne usciti male non lo rende automaticamente “pasticcione”, lo rende semplicemente un allenatore che non ha la bacchetta magica.

E non dimentichiamoci che in campo ci vanno i giocatori. Juric non ha colpe se Maldini, Djimsiti e Scamacca sbagliano gol già fatti contro il Pisa, o se a Parma la difesa rimane ferma come un blocco di marmo sulla punizione del pareggio. Così come non avrebbe potuto fare nulla per evitare l’imbarcata di Parigi: lì, a dirla tutta, qualsiasi squadra italiana avrebbe sofferto allo stesso modo.

Per me il punto è questo: Juric non è il “profeta” che ci farà rivivere i fasti del Gasp, ma nemmeno l’incapace che alcuni descrivono. È un tecnico che sa dare solidità e idee, che ha già dimostrato di saper costruire contesti positivi, e che ora si trova dentro una realtà che non perdona e che pretende subito. Prima di lapidarlo, forse serve guardare anche le responsabilità della società e, soprattutto, dei giocatori.


fabioccolo
20 Settembre 2025 | 16.50
CHARLES
20 Settembre 2025 | 15.26
patatinaliscia
20 Settembre 2025 | 15.47
maurom72
20 Settembre 2025 | 15.29
beernez3
20 Settembre 2025 | 14.18

Più volte qui sul sito l’ho criticato anch’io, e continuo a ritenere che l’Atalanta, dopo il ciclo irripetibile di Gasperini, potesse scegliere un allenatore con un profilo più alto. Però oggi mi sento di difendere Juric, perché secondo me si sta giudicando in maniera troppo superficiale.

Prima di tutto, i nove anni di Gasperini hanno alzato l’asticella a livelli che per una realtà come Bergamo erano impensabili. Dopo un’era del genere, chiunque sarebbe apparso inadeguato o confusionario, e la tentazione di fare paragoni è naturale ma rischia di diventare fuorviante.

Juric non è un improvvisato. A Verona ha fatto miracoli con rose costruite con pochi soldi, dando un’identità precisa e valorizzando giocatori che senza di lui non avrebbero mai fatto il salto. A Torino, con una società tutt’altro che semplice e sempre instabile, ha dato compattezza e ha riportato un certo spirito granata che sembrava perso. Le due esperienze negative dello scorso anno – Roma e Southampton – vanno lette nel contesto: parliamo di panchine prese in corsa, in situazioni disperate e praticamente impossibili da ribaltare. Esserne usciti male non lo rende automaticamente “pasticcione”, lo rende semplicemente un allenatore che non ha la bacchetta magica.

E non dimentichiamoci che in campo ci vanno i giocatori. Juric non ha colpe se Maldini, Djimsiti e Scamacca sbagliano gol già fatti contro il Pisa, o se a Parma la difesa rimane ferma come un blocco di marmo sulla punizione del pareggio. Così come non avrebbe potuto fare nulla per evitare l’imbarcata di Parigi: lì, a dirla tutta, qualsiasi squadra italiana avrebbe sofferto allo stesso modo.

Per me il punto è questo: Juric non è il “profeta” che ci farà rivivere i fasti del Gasp, ma nemmeno l’incapace che alcuni descrivono. È un tecnico che sa dare solidità e idee, che ha già dimostrato di saper costruire contesti positivi, e che ora si trova dentro una realtà che non perdona e che pretende subito. Prima di lapidarlo, forse serve guardare anche le responsabilità della società e, soprattutto, dei giocatori.


Quelo
20 Settembre 2025 | 14.26
beernez3
20 Settembre 2025 | 14.18

Più volte qui sul sito l’ho criticato anch’io, e continuo a ritenere che l’Atalanta, dopo il ciclo irripetibile di Gasperini, potesse scegliere un allenatore con un profilo più alto. Però oggi mi sento di difendere Juric, perché secondo me si sta giudicando in maniera troppo superficiale.

Prima di tutto, i nove anni di Gasperini hanno alzato l’asticella a livelli che per una realtà come Bergamo erano impensabili. Dopo un’era del genere, chiunque sarebbe apparso inadeguato o confusionario, e la tentazione di fare paragoni è naturale ma rischia di diventare fuorviante.

Juric non è un improvvisato. A Verona ha fatto miracoli con rose costruite con pochi soldi, dando un’identità precisa e valorizzando giocatori che senza di lui non avrebbero mai fatto il salto. A Torino, con una società tutt’altro che semplice e sempre instabile, ha dato compattezza e ha riportato un certo spirito granata che sembrava perso. Le due esperienze negative dello scorso anno – Roma e Southampton – vanno lette nel contesto: parliamo di panchine prese in corsa, in situazioni disperate e praticamente impossibili da ribaltare. Esserne usciti male non lo rende automaticamente “pasticcione”, lo rende semplicemente un allenatore che non ha la bacchetta magica.

E non dimentichiamoci che in campo ci vanno i giocatori. Juric non ha colpe se Maldini, Djimsiti e Scamacca sbagliano gol già fatti contro il Pisa, o se a Parma la difesa rimane ferma come un blocco di marmo sulla punizione del pareggio. Così come non avrebbe potuto fare nulla per evitare l’imbarcata di Parigi: lì, a dirla tutta, qualsiasi squadra italiana avrebbe sofferto allo stesso modo.

Per me il punto è questo: Juric non è il “profeta” che ci farà rivivere i fasti del Gasp, ma nemmeno l’incapace che alcuni descrivono. È un tecnico che sa dare solidità e idee, che ha già dimostrato di saper costruire contesti positivi, e che ora si trova dentro una realtà che non perdona e che pretende subito. Prima di lapidarlo, forse serve guardare anche le responsabilità della società e, soprattutto, dei giocatori.


HASTASIEMPRE
20 Settembre 2025 | 14.08
beernez3
20 Settembre 2025 | 14.18

Più volte qui sul sito l’ho criticato anch’io, e continuo a ritenere che l’Atalanta, dopo il ciclo irripetibile di Gasperini, potesse scegliere un allenatore con un profilo più alto. Però oggi mi sento di difendere Juric, perché secondo me si sta giudicando in maniera troppo superficiale.

Prima di tutto, i nove anni di Gasperini hanno alzato l’asticella a livelli che per una realtà come Bergamo erano impensabili. Dopo un’era del genere, chiunque sarebbe apparso inadeguato o confusionario, e la tentazione di fare paragoni è naturale ma rischia di diventare fuorviante.

Juric non è un improvvisato. A Verona ha fatto miracoli con rose costruite con pochi soldi, dando un’identità precisa e valorizzando giocatori che senza di lui non avrebbero mai fatto il salto. A Torino, con una società tutt’altro che semplice e sempre instabile, ha dato compattezza e ha riportato un certo spirito granata che sembrava perso. Le due esperienze negative dello scorso anno – Roma e Southampton – vanno lette nel contesto: parliamo di panchine prese in corsa, in situazioni disperate e praticamente impossibili da ribaltare. Esserne usciti male non lo rende automaticamente “pasticcione”, lo rende semplicemente un allenatore che non ha la bacchetta magica.

E non dimentichiamoci che in campo ci vanno i giocatori. Juric non ha colpe se Maldini, Djimsiti e Scamacca sbagliano gol già fatti contro il Pisa, o se a Parma la difesa rimane ferma come un blocco di marmo sulla punizione del pareggio. Così come non avrebbe potuto fare nulla per evitare l’imbarcata di Parigi: lì, a dirla tutta, qualsiasi squadra italiana avrebbe sofferto allo stesso modo.

Per me il punto è questo: Juric non è il “profeta” che ci farà rivivere i fasti del Gasp, ma nemmeno l’incapace che alcuni descrivono. È un tecnico che sa dare solidità e idee, che ha già dimostrato di saper costruire contesti positivi, e che ora si trova dentro una realtà che non perdona e che pretende subito. Prima di lapidarlo, forse serve guardare anche le responsabilità della società e, soprattutto, dei giocatori.


AfricaUnited1907
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