Il NEuro e l’Azzurro: rientro nei Patri Confini

01-09-2018 04:45 77 C.

Mai numero di questa rubrica è stato piu’ difficile. Le nuvole e i pensieri cupi si affollano alla mente anche a distanza di piu’ di 30 ore dalla partita. Il dado e’ tratto, siamo fuori dall’Europa e rientriamo a giocare dentro i confini nazionali ma che rimpianti, che magone. Sappiamo che potremmo rientrarci a breve e che non c’e’ 2 senza 3 ma nel calcio di certo non c’e’ quasi nulla e davanti abbiamo ancora tutta la montagna della stagione appena iniziata da scalare.  Comunque  ci abbiamo provato lo stesso, ecco quello che per noi ha funzionato e quello che non ha funzionato a Copenhagen. E perdonateci se non sara’ tutto…

 

NERO

La mancanza di letalità
Cioè quella capacita’ di incidere, anche solo una volta, per portare a casa la qualificazione, tipica dei grandi squadroni. Il colpo di spada in una corrida, la capacita’ di “uccidere” che ancora ci manca sperando di fare tesoro delle esperienze passate

La sterilita’
Attacco totalmente sterile in 180 minuti di gioco. Sterilita’ favorita dalla presenza di un avversario parzialmente speculare a noi e da assenze determinanti. L’illusionista Ilicic sarebbe andato a nozze provando a scardinare una difesa molto bene organizzata ma senza nessun fuoriclasse

Il Mister
Detto che con quello che ha fatto lui a Bergamo lo perdoneremmo sempre e comunque hanno stupito, oltre che le sue conferenze stampa (dove dà cenni di bipolarità e insofferenza) alcune sue decisioni tra Roma e Copenhagen. Poteva mettere Cornelius all’Olimpico e fare riposare Zapata cosi’come ha avuto troppa fiducia, nel ritorno, nel vikingo danese ceduto ieri al Bordeaux che da tempo dava segnali di rappresentare un corpo estraneo alla squadra e alla sua tattica. E Pasalic titolare a Roma, e perche’ non Barrow dall’inizio a Copenhagen?
Ah, un’ultima cosa, Mister: si dia colpa ogni tanto in conferenza, non sarebbe male…

Alejandro Gomez.
Gia’, il Papu. Non e’ un leader carismatico e, come se non bastasse, nei momenti topici quando dovrebbe prendere in mano la squadra, anche solo considerata la fascia di capitano, si squaglia e sparisce. Non e’ mai decisivo nelle partite importanti e ha definitivamente dimostrato di non essere un rigorista. Ricordiamocelo come ricordiamoci che resta uno dei nostri giocatori piu’ forti.

Remo Freuler
Battuta a vuoto del pendolino svizzero. Ha patito fisicita’ e organizzazione dei Danesi. Ha il giusto agonismo e la giusta cattiveria ma questa volta è stato proprio “preso in mezzo” dalle circostanze

Andreas Cornelius
E’ gia’ finito al Bordeaux in una trattativa lampo. Ieri sera ha mostrato definitivamente di essere un po’ troppo grezzo ed avere caratteristiche che poco si conciliano con il calcio italiano e quello di Gasperini.
Simpaticissimo, sincero e onesto come tutti i nordici ha fatto comunella dopo il match con il suo ex ambiente. Ha una cultura diversa dalla nostra, e va bene, ma un po’ di buon senso e rispetto in piu’ verso di noi non ci sarebbe stato male.
Bravo ragazzo e gentilissimo con tutti ma sono prerogative che non fanno vincere le partite… Buona fortuna Andreas!

 

AZZURRO

Marten De Roon
Di fronte al centrocampo atletico e molto organizzato dei danesi ha barcollato, come Freuler, ma a differenza del pendolino svizzero ha tenuto un po’ di piu’ sfoderando garretti e spirito di sacrificio come sempre

Timothy Castagne
Fresco neo nazionale belga il Teo sta crescendo di partita in partita. Ormai ricorda molto Conti per dinamicita’ e spirito di iniziativa e anche se ha un po’ meno classe ha sfoderato una grinta e una resistenza mai visti prima. Il “turbante” di bende sulla fronte nel finale ne ha sottolineato ancora di piu’ lo spirito di sacrificio. Una delle sorprese della stagione appena iniziata?

Il gioco
Perche’ si e’ fatto gioco nonostante gli zero gol in 180 minuti. Anche in Danimarca si e’ imposta la nostra legge anche in uno stadio dove squadroni ben piu’ importanti del nostro avevano faticato in passato

La maglia sudata
Il nostro vecchio refrain messo in pratica. Dal punto di vista dell’impegno, della costanza e della tenuta mentale ai nostri puo’ essere rimproverato gran poco, ci hanno creduto sino all’ultimo rigore.

L’esperienza fatta
Europa cinica e spietata, prendiamo in saccoccia e portiamo a casa. Con in testa un’idea bella precisa: imparare dalle esperienze e non c’e’ di meglio che prenderle bene in quel posto per ricordarsele. Ovviamente non e’ automatico che succeda ma un augurio e la volonta’ di trasformare un ricordo traumatizzante in qualcosa di positivo

Bookmark (0)
ClosePlease loginn
0 0 votes
Article Rating

By Staff di Atalantini.com


CONDIVIDI SU
Accedi


Iscrviti
Notifica di
77 Commenti
Nuovi
Vecchi
Inline Feedbacks
View all comments

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
77
0
Would love your thoughts, please comment.x