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04 Agosto 2025 | 13.49
coder
04 Agosto 2025 | 14.20

Mi sembra un retropensiero dettatto più dal pregiudizio che da altro. Per quanto ci sia del vero in quel che dici su certi tifosi napoletani, direi che ci si può attenere ai fatti e allo scritto, che mi pare equilibrato con cose scritte abbastanza oggettive. Per me che sono atalantino da sempre, e prescindendo dal nostro caso specifico, mi pare ormai chiara la situazione descritta anche dal tifoso napoletano e la relativa strategia poco corretta portata avanti dalle big indebitate. Per certi versi la trovo persino comprensibile anche se miope, perché si rischia di assecondare una situazione debitoria attuale che, piaccia o meno a loro e ai loro tifosi,  non ha la possibilità di durare in eterno. Di fatto la serie A con le big indebitate propone sempre più spesso calciatori di nome ma a fine carriera e per poter arrivare immediatamente agli obiettivi sportivi ed economici tende a non utilizzare le nuove leve provenienti dai vivai a scapito della stessa nazionale. Il sistema calcio così si sta progressivamente indebolendo sia dal punto di vista economico che da quello della qualità sportiva e dello spettacolo calcistico legato alle pay tv con diritti tv sempre meno remunerativi. Non credo si possa tirare avanti ancora per molto in queste condizioni e se non si prendono a modello quello di Napoli, Atalanta e altre realtà "minori" che stanno emergendo anche da parte delle solite note pesantemente indebitate (mi pare che il Milan ci stia parzialmente provando da alcuni anni, le altre troppo poco) la situazione non sarà più sostenibile già nel medio periodo, con buona pace anche di certo giornalismo che per assecondare la maggioranza dei tifosi del calcio non vuole farci seriamente i conti, continuando a fare spallucce e far finta che nulla sia cambiato e stia cambiando.

Brasa
04 Agosto 2025 | 13.40
coder
04 Agosto 2025 | 14.20

Mi sembra un retropensiero dettatto più dal pregiudizio che da altro. Per quanto ci sia del vero in quel che dici su certi tifosi napoletani, direi che ci si può attenere ai fatti e allo scritto, che mi pare equilibrato con cose scritte abbastanza oggettive. Per me che sono atalantino da sempre, e prescindendo dal nostro caso specifico, mi pare ormai chiara la situazione descritta anche dal tifoso napoletano e la relativa strategia poco corretta portata avanti dalle big indebitate. Per certi versi la trovo persino comprensibile anche se miope, perché si rischia di assecondare una situazione debitoria attuale che, piaccia o meno a loro e ai loro tifosi,  non ha la possibilità di durare in eterno. Di fatto la serie A con le big indebitate propone sempre più spesso calciatori di nome ma a fine carriera e per poter arrivare immediatamente agli obiettivi sportivi ed economici tende a non utilizzare le nuove leve provenienti dai vivai a scapito della stessa nazionale. Il sistema calcio così si sta progressivamente indebolendo sia dal punto di vista economico che da quello della qualità sportiva e dello spettacolo calcistico legato alle pay tv con diritti tv sempre meno remunerativi. Non credo si possa tirare avanti ancora per molto in queste condizioni e se non si prendono a modello quello di Napoli, Atalanta e altre realtà "minori" che stanno emergendo anche da parte delle solite note pesantemente indebitate (mi pare che il Milan ci stia parzialmente provando da alcuni anni, le altre troppo poco) la situazione non sarà più sostenibile già nel medio periodo, con buona pace anche di certo giornalismo che per assecondare la maggioranza dei tifosi del calcio non vuole farci seriamente i conti, continuando a fare spallucce e far finta che nulla sia cambiato e stia cambiando.

Astarte
04 Agosto 2025 | 14.13
Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

TREINEROBLU
04 Agosto 2025 | 13.49
Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

Kelevra
04 Agosto 2025 | 13.35
Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

vecchia1907
04 Agosto 2025 | 13.31
Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.

Antonij
04 Agosto 2025 | 13.23

Sono di Napoli e a prescindere dalla rivalità sportiva, dalle differenze che ci devono essere, dalla distanza non solo geografica, condivido completamente quello che nella giornata di ieri “Coder” ha scritto su questo blog:  “Finalmente una analisi lucida del problema. Le big sono alla canna del gas e non sanno più come arginare squadre in crescita non indebitate. Analogo discorso valeva per il Napoli anni precedenti, ora sono costretti ad abbassare la testa con de laurentis, doverlo fare con i percassi e la dea a un tiro di schioppo da Milano ne va anche di quei ***** di giornali sportivi e del tozzo di pane dei relativi pseudo giornalisti pro strisciate. È una guerra aperta in corso mi pare ormai chiaro, ma è solo questione di tempo, la perderanno, come l'hanno persa col Napoli”. Oggi è in atto una operazione di sabotaggio e pessima comunicazione a danno dell’Atalanta che rappresenta quello che dovrebbe essere una società di calcio: competenza, bilanci sani e tentativo di vincere trofei sul campo. Finchè si parla di competenza e bilanci sani tutto va bene, quando invece si parla di trofei come l’Europa League o come la qualificazione in Champions sorgono i problemi perché diventa una competitor che dà fastidio soprattutto a quelle società indebitate e incapaci di creare un vero progetto sostenibile economicamente e vincente. Allora scatta il tentativo di destabilizzare la competitor sul mercato e danneggiarla sul campo (basta ricordare l’ultimo Atalanta-Inter). Insomma l’Atalanta da’ fastidio ad un certo calcio marcio e indebitato che vuole fare la voce grossa sul mercato e sul campo attraverso i media-servi, imponendo e cambiando regole o comportamenti a seconda del loro tornaconto. Il Napoli per anni ha subito altrettanto e solo i bilanci sani e la resistenza di De Laurentis (che non è simpatico neanche ai napoletani ma è certamente efficace) gli hanno consentito di mantenere le posizioni. Quindi Percassi fa bene a resistere alle pressioni e ai ricatti di procuratori, calciatori e giornali compiacenti sul caso Lookman e ad imporre le regole e i contratti della società Atalanta contro la protervia e l’arroganza di Marotta e dell’Inter. Se l’Atalanta vuole vendere il nigeriano lo vende quando vuole e come vuole, altrimenti resta a Bergamo per giocare o andare in tribuna. Mantenere la posizione oggi è necessario soprattutto per il futuro. Grazie per l’ospitalità.